Mare Jonio, il capitano insiste: "Giusto non fermare la nave..."

Il comandante della Mare Jonio ha rotto il silenzio nell'interrogatorio di questo pomeriggio davanti al pm di Agrigento Salvatore Vella

Mare Jonio, il capitano insiste: "Giusto non fermare la nave..."

Il comandante della Mare Jonio ha rotto il silenzio nell'interrogatorio di questo pomeriggio davanti al pm di Agrigento Salvatore Vella. Nel corso del colloquio con il pm, Pietro Marrone ha parlato dei motivi che lo hanno spinto a mettersi al comando della nave dell'ong Mediterranea per salvare i migranti in mare: "Mio cugino è morto in mare a Lampedusa, in condizioni simili a quelle affrontate dalla Mare Jonio. La gente in mare che ha bisogno non si può ignorare". Il comandante della nave è indagato in questo momento per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina. Il comandante ha ignorato di fatto l'alt della Guardia di Finanza. Di fatto Marrone ha rivendicato la sua scelta di "sfondare" il posto di blocco in mare e di proseguire la navigazione verso Lampedusa: "Marrone ha rivendicato l'impossibilità di spegnere i motori al solo scopo di non far rischiare la vita alle persone a bordo. Si deve sempre fare di tutto per dare una mano", ha affermato il suo legale. L'interrogatorio col comandante è durato ben dieci ore. Marra ha dovuto in questo modo spiegare in modo dettagliato le scelte che ha fatto in mare quando ha deciso di fare rotta su Lampedusa.

Domani, il procuratore aggiunto Vella sentirà invece Luca Casarini che di fatto è il capo missione della Mare Jonio.

Casarini dovrà spiegare ai magistrati perché la nave ha ignorato l'intervento della Guardia Costiera libica ed ha preferito anticipare l'operazione di salvataggio di fatto sostituendosi all'unità libica che era stata allertata.

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