Cronache

Massimo Galli: "Siamo in guaio grosso. Tentato da Lockdown"

Il professor Massimo Galli ha commentato l'andamento al rilento della campagna vaccinale: "Serve un piano B ma no a produzione in Italia"

Massimo Galli: "Siamo in guaio grosso. Tentato da Lockdown"

"Siamo in un grosso guaio". Non usa mezzi termini né tantomeno prova a indorare la pillola il professor Massimo Galli, primario dell'Ospedale Sacco di Milano, che nel corso di un intervento al programma televisivo Otto e mezzo commenta l'andamento (al rilento) della campagna vaccinale. "Serve un piano B", dice. Poi annuncia una pausa dalle apparizioni in tivù: "Sto pensando ad un lockdown personale di 2 o 3 settimane".

I vaccini

Siamo fermi e siamo pure tra gli ultimi in Europa. Dopo Pfizer, anche Moderna ha annunciato un ritardo nella fornitura del siero anti-Covid (ci sarebbe un accordo per circa 160mila milioni di dosi tra l'Ue e l'azienda biotech americana). Un duro colpo per l'Italia che pagherà ancora una volta lo scotto dell'affanno produttivo in cui versano da qualche mese le Big pharma impegnate nella produzione dell'antidoto al Coronavirus. Al momento con 3.288.870 Pfizer, 112.800 Moderna e 249.600 AstraZeneca somministrati, la campagna vaccinale prosegue a rilento e, di questo passo, bisognerà rivedere gli obiettivi di immunizzazione fissati per il primo trimestre del 2021. "Se quello che è stato programmato con tutta l’Europa non si verifica, siamo in un grosso guaio", afferma con tono solenne il primario del Sacco.

Per sopperire alla carenza di forniture settimanali, si sta facendo strada l'ipotesi di affidare la produzione del vaccino anche alle aziende nostrane. O, almeno, questo è il suggerimento di numerosi esperti del settore. Ma il professor Galli non ci sta e all'idea di un siero made in Italy scuote la testa: "Bisogna pensare ad una exit strategy che ci garantisca alternativa. La produzione del vaccino non si allestisce in due minuti, gli impianti non sono semplici da mettere in piedi da un giorno all’altro, ma come Italia e come Europa bisogna cominciare a pensarci e anzi bisognava farlo prima. Una produzione rapida in Italia? Rapida, no. Sarebbe un piano B che non risolverebbe uno dei problemi fondamentali", aggiunge. "Se vaccini molto e rapidamente riesci a bloccare la trasmissione del virus. - riporta Fanpage.it - Se vaccini in maniera troppo diluita nel tempo non ottieni l’effetto di contenimento complessivo del virus e consenti la circolazione di varianti. Tra un anno potremmo vedere la prospettiva rosea ed esserne fuori. Dobbiamo tener duro".

Le polemiche

In queste settimane, molti hanno lamentato la sovraesposizione mediatica del professor Galli che, ad onor del vero, non si è mai risparmiato in apparizioni televisive da quando è esplosa l'epidemia. "Declino i quattro quinti delle richieste, pare che tutti abbiate bisogno di riempire i palinsesti e insistiate per avere determinate voci, alcuni per fare corrida e altri per fare informazione seria. - dice -Sono stato tentato di fare il mio personalissimo lockdown e di rimanere in silenzio per 2-3 settimane. Però il punto è che in questo momento siamo in una congiuntura particolarmente seria e preoccupante. Credo di essere sempre stato coerente nelle posizioni che ho portato, molte cose che ho preconizzato si sono avverate.

Stiamo attenti in questo momento, questo vi posso dire".

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