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Meglio CasaPound del cda di Etruria

Il ministro Boschi ha paragonato chi vuol votare no al referendum ai "nuovi fascisti". Ma non dice che è peggio truffare i risparmiatori

Meglio CasaPound del cda di Etruria

C'è un nuovo termine di paragone negativo. E lo ha inventato Maria Elena Boschi in persona, aggiornando la lunga lista degli insulti utilizzati dalla sinistra. La nuova ossessione che angustia i Democratici è il referendum sulle riforme costituzionali. Consultazione che si svolgerà in ottobre, dunque ancora piuttosto lontana, ma già al centro del dibattito quotidiano. Un gigantesco sondaggione collettivo su Matteo Renzi. E la linea del Pd è semplicissima, binaria: chi vota sì è buono, tutti gli altri sono delle canaglie inavvicinabili. Matteo contro il resto del mondo. Compresi tutti coloro che fino al giorno prima erano compagni di banco, girotondi e carnevalate varie. Lunedì la Boschi è andata oltre, ha tracciato un nuovo, invalicabile Rubicone: «Chi vota no fa come CasaPound». Eccolo il nuovo demonio, l'orco, il babau: i ragazzi di CasaPound, i fascisti del terzo millennio (così si autodefiniscono loro). Il nuovo confine oltre il quale si stende il deserto del politicamente scorretto, di ciò che non è solo democraticamente, ma anche socialmente inaccettabile. Una volta gli emarginati erano i celebri «topi di fogna», i missini, adesso tocca alle tartarughe di CasaPound. Cambiano gli animali ma rimane una bestialità: la volontà di dividere la politica in cittadini di serie A e di serie B, in sani e appestati, così appestati che è rischioso anche condividere un solo voto con loro. La presa di posizione della Boschi non è solo ridicola perché indirizzata al suo compagno di partito Gianni Cuperlo che, anche fisicamente, non sembra uscito da una squadraccia nera. Ma soprattutto perché fa d'ogni erba un fascio. Nel vero senso della parola. Il fronte del no alle riforme va da Fratelli d'Italia a Zagrebelsky, ma include anche i «camerati» di Gianluca Iannone e le associazioni dei reduci partigiani. Ma chi si oppone al verbo renziano, questo il messaggio della Boschi, è un «fascista». Che nell'immaginario piddino è il peggio del peggio.

E poi che bisogno c'era di demonizzare i militanti di CasaPound? Perché nelle loro sedi hanno i testoni di Mussolini e giocano con l'estetica del Ventennio? Suvvia, si dicono fascisti, ma non sono certo marziani - nonostante la storica parodia di Corrado Guzzanti - e a Bolzano hanno sfiorato il sette per cento delle preferenze. Saranno anche brutti, sporchi, cattivi e difenderanno tesi improbabili, ma non hanno truffato nessuno e non hanno alcun santo in paradiso. Al momento sono onesti, anche per evidente mancanza di materiale da arraffare, visto che non amministrano un bel niente.

Pound (Ezra) scriveva nei suoi «Cantos» che l'usura è un male superiore alla peste e criticava a ogni piè sospinto le banche. Proprio le banche, ironia del destino.

Quelle che piacciono tanto al ministro e che hanno inguaiato - stando alle cronache giudiziarie - il di lei padre. E quindi, se volessimo stare al gioco della Boschi, meglio fare come fa CasaPound - cioè occuparsi di politica anche con idee opinabili - che fare come ha fatto Banca Etruria: cioè truffare i propri obbligazionisti.

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