Cronache

Michele Misseri non si arrende “Sono stato io ad uccidere Sarah”

Lo zio di Sarah Scazzi, innocente secondo i giudici in primo e secondo grado, continua ad autoaccusarsi. Forse per amore di padre e di marito

Michele Misseri non si arrende  “Sono stato io ad uccidere Sarah”

Vive nella sua casa, la stessa dove quel caldo 26 agosto 2010 venne uccisa Sarah Scazzi. Non è più la villetta di una volta; è videosorvegliata e coperta da teloni. “Così mi sembra di vivere in carcere, è lì il mio posto”. A dichiararlo e Michele Misseri, zio di Sarah, condannato in primo e secondo grado per il reato di soppressione di cadavere, è costretto a vivere ad Avetrana e a tornare a casa dalle 21 alle 6 di mattina.

Lui parla di “rimorso” e non smette di autoaccusarsi del delitto lì in Via Deledda ad Avetrana, in provincia di Taranto, dove ormai vive solo perché sua moglie Cosima Serrano e sua figlia Sabrina Misseri, stanno scontando l’ergastolo dopo la sentenza di primo grado confermata dalla Corte d’Assise d’Appello di Taranto che le ha condannate per l'omicidio della ragazzina.

“Sono stato io ad ucciderla”. “Zio Michele” torna a difendere sua figlia e sua moglie secondo lui innocenti. Ora vorrebbe essere al loro posto e ribadisce in un’intervista ad un quotidiano locale: “In galera ci sono due innocenti”.

Intanto si aspetta il prossimo 1 giugno per una nuova udienza del processo a carico di dodici persone. Tra loro Ivano Russo (che sarebbe stato conteso tra le due cugine al punto di essere motivo di vendetta per Sabrina nei confronti di Sarah secondo le accuse), la madre e il fratello del ragazzo e Michele Misseri accusato di autocalunnia.

Gli altri sono stati rinviati a giudizio perché “a conoscenza dei fatti e particolari sull’omicidio e per aver taciuto sulla verità e di aver dichiarato il falso ai pubblici ministeri e alla Corte d’Assise”.

Nonostante l’autoaccusa, però, Michele, risulta sia in primo che in secondo grado, innocente.

Non gli rimane che aspettare la prossima udienza e continuare coltivare la sua terra.

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