Il 26 agosto 2010, ad Avetrana, la quindicenne Sarah Scazzi scompare nel nulla. Dopo 41 giorni il suo corpo viene ritrovato in un pozzo. Per il delitto vengono condannate all’ergastolo la cugina Sabrina Misseri e la zia Cosima Serrano. Lo zio Michele Misseri, che si autoaccusò per poi cambiare più volte versione, viene condannato a 8 anni per soppressione di cadavere.Nonostante le sentenze definitive, restano dubbi. Le celle telefoniche collocano Sabrina e Cosima nei pressi del pozzo il giorno dopo la scomparsa. Il cellulare di Sarah, in parte bruciato, viene ritrovato settimane dopo da Michele Misseri, che lo aveva nascosto. Il movente ipotizzato è la gelosia per un ragazzo, ma appare debole. Le testimonianze, a tratti contraddittorie e ritrattate, hanno contribuito a generare depistaggi e zone d’ombra.Nel 2024 la Corte europea ha respinto l’ultimo ricorso. Lo stesso anno Michele è tornato libero e ha ribadito di essere l’unico colpevole. Si parla ora di possibili nuove analisi sul DNA trovato sotto le unghie di Sarah. A distanza di quindici anni, la verità su Avetrana resta, per molti, ancora incompleta.
