Le case sfitte degli italiani ai migranti. È questo il senso dell'appello lanciato dall’arcivescovo di Matera, monsignor Pino Caiazzo. Una litania che si ripete ciclicamente: non è la prima volta che qualcuno ri rivolge agli italiani e chiede di aprire le porte di casa, come se quelle del Paese non bastassero, ai profughi. Prima l'ha fatto l'Unione delle Comunità Islamiche d’Italia, ora tocca ad un alto membro della Chiesa.
"Le case sfitte sono tante, ci vadano i profughi"
Caiazzo, nella sua lettera-appello ha prima ringraziato "sacerdoti, religiosi e religiose e i fedeli laici per quanto avete fatto e state facendo per accogliere coloro che fuggono da paesi in guerra, affamati e senza più niente”. Poi è arrivata la proposta ai fedeli, agli italiani: "Anche pochi profughi siano ospitati in alcune delle tantissime case sfitte presenti sul nostro territorio". L'arcivescovo si rende conto della situazione, infatti ammette che le istituzioni "sono in serie difficoltà nel trovare disponibilità di accoglienza nei nostri comuni". Niente di più vero, ma c'é da sottilineare che i cittadini sono stanchi di porgere l'altra guancia a una politica migratoria che sta tartassando il Paese.
L'emergenza umanitaria legata all'immigrazione "sta avendo risvolti davvero impressionanti", precisa Caiazzo.
Anche questo è vero. Ma chiedere agli italiani di prendere migranti nelle case sfitte è una richiesta troppo alta. E non capire l'impossbilità a farlo significa anche non essere vicino alla gente. La stessa di cui la Chiesa è composta.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.