Tutti gli esseri umani diceva Gabriel Garcia Márquez hanno tre vite: pubblica, privata e segreta. Giuseppe Conte non fa eccezione, anzi, per quella segreta ha una particolare passione al punto di tenere per sé la delega ai servizi segreti che solitamente è affidata a un sottosegretario. Del resto il suo governo, anzi i suoi due governi hanno radici profonde nella Link University, una sconosciuta università romana che prepara i quadri delle spie italiane e presso la quale hanno lavorato ministri e vice che si sono succeduti negli ultimi due anni.
I servizi segreti sono cosa seria e fondamentale per la sicurezza dello Stato fino a che restano segreti e leali alle istituzioni. Viceversa, se come sta accadendo in questi giorni servizi e politica si scambiano i ruoli e avvengono fughe di notizie su dossier delicati, allora la situazione non promette nulla di buono. Perché Conte questa estate si sia messo a fare lo 007 incontrando e autorizzando incontri dei nostri vertici dello spionaggio con inviati del governo americano a caccia di notizie riservate sul Russia gate è un mistero. E altrettanto anomalo è il fatto che sia diventato di pubblico dominio.
Quando ci sono di mezzo gli spioni, nulla avviene per caso e, soprattutto, nulla avviene gratis. Tutto è uno scambio di «prigionieri», che a volte sono uomini in carne ed ossa, altre volte notizie, altre ancora favori. E chi sgarra, paga.
Tutti questi movimenti c'entrano per caso con la frettolosa uscita di scena di Matteo Salvini dal precedente governo? C'è qualche relazione con l'inchiesta sui rubli che Mosca avrebbe promesso in cambio di appalti a uomini della Lega? Il famoso tweet di Trump «Bravo Giuseppi» era politico o un ringraziamento per qualche indicibile favore ricevuto?
Chissà, certo i tempi di tutte queste cose coincidono alla perfezione.
Sta di fatto che Salvini, forse non a caso, ha fatto il diavolo a quattro per piazzare e ieri ci è riuscito un suo uomo fidato, Raffaele Volpi, a capo del Copasir (la Commissione parlamentare di controllo sui servizi segreti) al posto del dimissionario Lorenzo Guerini, diventato ministro della Difesa.Prepariamoci, quindi, a una guerra tra spie di fazioni opposte i pro Conte e i pro Salvini - senza esclusione di colpi. Per Giuseppe Conte, alias agente Giuseppi Bond, la missione si fa dura.
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