Cronache

Montana, il paradiso degli orsi negli Stati Uniti più selvaggi

Il parco del Wild Glacier al confine col Canada ha ispirato Steinbeck con i suoi panorami Distese infinite di abeti, torrenti e praterie costellate di laghi dove si specchiano i ghiacciai

Montana, il paradiso degli orsi negli Stati Uniti più selvaggi

«Ho una relazione d'amore col Montana. Nei confronti di altri stati provo sincera ammirazione, rispetto, riconoscimento, talvolta anche affetto. Ma quello col Montana è amore vero. Ed è difficile analizzare l'amore quando ci sei dentro…». La dichiarazione fatta da John Steinbeck al Big Sky Country, il paese dal paesaggio e i panorama limpidi come un grande cielo attraversato da gigantesche nuvole, è l'incipit ideale per un viaggio da romanzo in questo stato a ridosso del confine col Canada, e in particolare nel Glacier National Park ovvero quello che, insieme alle Montagne Rocciose e a Yellowstone, è la sua «cartolina» più conosciuta.

Sullo sfondo ci sono le vette innevate dei ghiacciai che si specchiano nei laghi, distese infinite di miliardi di pini e abeti, praterie fiorite, torrenti in cui saltellano le trote, villaggi dove ammirare i tepee ovvero le tende degli indiani Piedineri che abitavano il Parco, specialmente sulle rive del St. Mary Lake (a Browning ci sono il Museum of The Plains Indians e una Art Gallery dove acquistare lavori artigianali di pregevole fattura).

Già la strada di accesso al West Glacier, l'Highway 93, fa provare il brivido dell'avventura on the road: Whitefish sembra un villaggio western con le botteghe disposte come matite colorate dentro una scatola di carta lungo la strada principale, e poi, mentre sfilano tavole calde dove assaggiare burger di bisonte e parlare con gli affabilissimi montanari locali, laboratori tassidermisti, centri di preghiera annunciati da croci in legno alte come palazzi a tre piani, ecco Hungry Horse che pare tutta un emporio di palchi di cervi, ferri di cavallo, fotografie dell'epoca della grande caccia.

Del resto, il Montana settentrionale… appartiene all'orso. I grizzly sono i veri padroni dei boschi. Li si possono vedere da lontano mentre pescano a zampate negli acquitrini e nei creek, gli impetuosi corsi d'acqua ingrossati dal ghiaccio che si scioglie, e incontrare da vicino mentre con l'automobile si percorre la Going to The Sun Road - è la strada che attraversa il Glacier National Park dall'Apgar Transit Center sino a St.Mary. Come spiegano bene i Ranger durante i briefing che tengono ogni mattina alle 8,30 al Lake McDonald Lodge (insieme al Many Glacier Hotel va assolutamente visitato per vedere la hall di inizio Novecento dai grandi camini e le colonne in tronco di abete), lungo gli oltre mille km di sentieri in cui spiccano il Trail of The Cedars per la maestosità dei vetusti alberi di cedro e il trekking alle Cascate di Avalanche Creek per le cascate iridescenti, bisogna sempre procedere in gruppo, facendo rumore, magari usando i caratteristici campanelli. Sono gli orsi neri, comunque, a nutrire un timore maggiore verso gli uomini, così si tengono alla larga dagli autobus rossi vintage style che richiamano i primi camion dei pompieri, dalle canoe gialle dentro lo Swiftcurrent Lake e i battelli bianchi della Glacier Park Boat Company.

Nei 410 mila chilometri quadrati del Glacier, si resta incantati dalla stupefacente bellezza della sua flora, soprattutto i beargrass, fiori bianchi appartenenti alla famiglia delle liliacee dalla punta a campana, dagli arcobaleni che si adagiano sopra le Rockwell Falls e dalle cornici rocciose di Lake Ellen Wilson, Kintla Lake e Old Man Lake. Spettacolari sono anche gli sterrati rossi della Camas Road con destinazione Polebridge: in questo villaggio dalle casette di legno c'è soltanto una panetteria in cui sfornano dolci ripieni di crema e mirtilli che hanno la forma degli artigli di orso. Tra i tanti chalet appena fuori dai confini del Parco, al Glacier Guides Lodge (www.glacierguides.com) ci si sente davvero in famiglia: le leggende che popolano questo territorio pionieristico raccontate da Jennifer, seduti su di una seggiola a dondolo, e i cerbiatti che bussano col muso ai vetri svegliandoti al mattino avrebbero regalato molti spunti a Steinbeck.

Sul sito www.realamerica.it si possono reperire molte informazioni per preparare un viaggio al Glacier. Con British Airways (www.britishairways.com) si vola a Londra e poi a Chicago; da lì si raggiunge con United Airlines (www.united.

com) la città di Kalispell per proseguire poi in automobile.

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