Cultura e Spettacoli

Morto Antonio Pennacchi, lo scrittore "fasciocomunista" e premio Strega

A causa di un malore, a 71 anni si è spento lo scrittore Antonio Pennacchi, Premio Strega nel 2010 con "Canale Mussolini"

Morto Antonio Pennacchi, lo scrittore "fasciocomunista" e premio Strega

Si è spento a Latina a 71 anni lo scrittore Antonio Pennacchi. Nel 2010 aveva vinto il Premio Strega con Canale Mussolini. Secondo le prime informazioni Pennacchi sarebbe stato colto da un malore. "Io non scrivo per la voglia di scrivere che anzi non ce ne ho per niente, ma perché devo raccontare delle storie", diceva poche settimane fa a una giornalista de La Stampa che lo doveva intervistare.

Antonio Pennacchi è sempre stato una mente libera, che correva a briglie sciolte. Indomabile e imprevedibile, riusciva a commentare con arguzia qualunque argomento. Fin da giovanissimo si appassiona alla politica ma differenza dei fratelli, che aderiscono tutti alle organizzazioni di sinistra, si iscrive al MSI ma viene ben presto allontanato per dissidi con i vertici del partito. Era giovane, il suo pensiero era ancora in formazione e così, dopo una lunga riflessione, si avvicina al marxismo. Aderisce ai maoisti dell'Unione dei Comunisti Italiani (marxisti-leninisti) e partecipa alla contestazione del Sessantotto.

Peroltre 30 anni ha lavorato in fabbrica, all'Alcatel Cavi di Latina, che all'epoca veniva chiamata "Fulgorcavi". Un lavoro che Antonio Pennacchi ha sempre rispettato, come disse anche a Rolling Stone: "Ci avrà fatto pure ammalare, però ci ha dato da campare a noi e alle nostre famiglie". Negli anni Settanta si iscrive al PSI, quindi entra nella CGIL, ma viene espulso, poi nella UIL. Si iscrive al PCI, torna alla CGIL e viene di nuovo allontanato. Negli anni Ottanta decide di lasciare la politica e si butta nella scrittura, producendo libri di grande interesse che gli permettono di ottenere numerosi riconoscimenti.

Da Il fasciocomunista (edizioni Mondadori) è stato tratto il film Mio fratello è figlio unico, per la regia di Daniele Luchetti, con Riccardo Scamarcio ed Elio Germano. "'Quello che è stato è stato, e non c'è niente da fare. L'unica - per un uomo - è andare avanti. Tenersi il dolore nelle viscere e continuare a fare quel che s'ha da fare: fino all'ultimo istante di nostra vita.' Ciao Antonio", così lo saluta la casa editrice Mondadori.

Cordoglio social da parte di Fratelli d'Italia tramite Nicola Calandrini, senatore e coordinatore provinciale del partito: "Ho appreso con sgomento la notizia della morte di Antonio Pennacchi. Conosceva e amava Latina come pochi altri. Ha saputo raccontare la città, i suoi volti, la sua storia, le sue sfaccettature con uno stile unico e inconfondibile che lo ha portato a vincere il Premio Strega. Alla politica, a quella locale in particolare, lanciava invettive e provocazioni mai banali che erano fonte di riflessione per tutti. Le mie più sincere condoglianze alla famiglia per questa perdita improvvisa che lascia un vuoto incolmabile per Latina tutta"

Dai social è arrivato anche il saluto del sindaco di Latina, Damiano Coletta: "Apprendo con grande tristezza dell'improvvisa scomparsa dello scrittore Antonio Pennacchi che ci lascia all'età di 71 anni. Una enorme perdita non solo per la città di Latina ma per tutto il Paese. I suoi racconti hanno reso il nostro territorio un luogo letterario, dalla Fondazione ai giorni nostri. È una vera e propria icona di Latina. Pennacchi appartiene al patrimonio della città e tutti i latinensi oggi gliene rendono giustamente merito. Porgo le più sentite condoglianze alla sua famiglia a nome dell'Amministrazione comunale e di tutta la città di Latina".

Anche il governatore del Lazio, Nicola Zingaretti, ha espresso il suo dispiacere per la dipartita dello scrittore: "Con Antonio Pennacchi ci lascia un grande scrittore, un intellettuale libero, schietto e irriverente. Ha raccontato con grande passione un pezzo della nostra terra e della nostra storia". Bobo Craxi tramite Twitter ha dichiarato: "Ho apprezzato Antonio Pennacchi e la sua opera che ha narrato delle vicende pontine. Ero molto amico del fratello Gianni e mi riservó un rispetto di cui gli sono grato. Lui con le sue idee 'fasciocomuniste'.

Perdiamo una penna brillante".

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