Fantastico. Finalmente, dopo aver trionfato ai recenti campionati di Subbuteo, torniamo sul tetto del mondo in qualcosa. L'Italia, è ufficiale, ha il primato europeo delle fake news. Sui social. Che, per un vecchio giornale di carta come il nostro, è una piccola soddisfazione. Secondo un rapporto della Commissione europea nei primi sei mesi del 2023 sono stati rimossi da Facebook 45mila contenuti italiani perché «violavano le politiche di disinformazione». Molto più della Germania (22mila, li abbiamo doppiati), della Spagna (16 mila) o di quei perfettini degli svedesi (appena 980). Del resto, oltre che il Paese di Pulcinella, Iamme iamme ia funiculì funiculà, siamo quello di Pinocchio. In materia, la sappiamo lunga.
Ora, a dirle tutte. Uno: la parola «rimuovere» non è bella: è a soli uno o due gradi di separazione da «censura». Due: la credibilità dei fact-checker italiani è affidabile quanto le notizie sui social. Tre: se guardiamo all'altra faccia - che si dice face - della notizia, forse sono considerati falsi e ingannevoli i contenuti non allineati e frutto di spirito critico. Se così fosse, siamo il popolo meno soggetto al famigerato Pensiero Unico, e ci sarebbe da essere contenti.
«Si applaudono sempre i luoghi comuni, mentre sarebbe il caso di coltivare l'atrocità del dubbio», disse un Poeta ai suoi ragazzi, in una sera romana di tanti anni fa. Certo, poi, pochi giorni dopo, forse perché non allineato, fu ucciso. E non si sa bene ancora oggi da chi.
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