
"Una cosa è sicura, mio figlio non può aver lasciato impronte di sangue nella casa dei Poggi assolutamente, perché mio figlio non è andato in casa dei Poggi ad ammazzare Chiara Poggi. Poi, che ci sia una macchia di sudore, può essere. Ha frequentato quella casa, ma l'impronta di mio figlio c'è solo in quella parte di casa, e da nessun'altra parte?": Daniela Ferrari, la mamma di Andrea Sempio, prende la parola in tv in difesa del figlio, indagato per l'omicidio di Garlasco.
Ferrari è intervenuta ieri alla trasmissione di Canale 5, Morning News. Continua la madre dell'odierno indagato per il delitto per cui Alberto Stasi, all'epoca fidanzato della vittima, sconta una pena definitiva: "Stavo guardando la televisione, sono uscita di mia iniziativa di casa e sono venuta qua davanti perché sono stufa di sentire tante cose non vere, specialmente senza che vengano fatte verifiche". Ancora: "Dopo 151 giorni di fango addosso, con mio figlio che tutti i minuti è in televisione, siamo veramente stanchi. È solo indagato e lo danno già per certo assassino". Dal 27 febbraio cioè, quando l'amico del fratello di Chiara ha scoperto di essere nuovamente indagato dalla procura di Pavia.
"La nostra vita non va avanti - aggiunge la donna -, è bloccata dal 27 febbraio, non possiamo fare un programma. Ai domiciliari adesso ci siamo noi, perché ogni volta che esci sai che potresti trovarti lì un giornalista. Questa cosa è pesante. Sia io che mio marito che mio figlio abbiamo sempre detto la verità: mio figlio non è andato ad ammazzare Chiara Poggi. Basta". Per tirare avanti "l'unica forza che abbiamo è che mio figlio è innocente. È l'unica cosa che ci tiene in piedi. E speriamo che questa storia finisca il più presto possibile, perché ci stiamo rimettendo tutti in salute". Andrea Sempio è dovuto tornare a vivere con i genitori, perché "il padrone di casa gli ha detto che aveva messo in vendita la casa e che aveva due mesi per lasciarla". Una decisione che per la mamma del giovane è "assolutamente" collegata al clamore mediatico che ha investito lui e la sua famiglia. L'indagine poi "di sicuro avrà anche degli effetti sul posto di lavoro. Adesso Andrea sta facendo le ferie e vedremo andando avanti se riuscirà a conservare il posto di lavoro. Me lo auguro, perché è dura da sopportare che una persona che da innocente perda la casa e rischi di perdere il posto di lavoro, senza aver fatto niente". Infine la questione dell'alibi. Quello "scontrino maledetto" resta nell'auto di famiglia e viene "trovato da mio marito qualche giorno dopo". Ma "ho deciso io di tenerlo, perché negli anni '86 e '87 ho lavorato presso un carcere di massima sicurezza come vigilatrice penitenziaria e le detenute comuni quando raccontavano dei loro guai giudiziari, dicevano: Qualsiasi cosa succeda, parati il fondoschiena, perché non si sa mai.
Ammazzano un'amica di mio figlio a Garlasco (poi Ferrari chiarisce che Sempio e la vittima "non erano amici tra loro" ma "conoscenti", ndr), io trovo uno scontrino che dice che mio figlio, che ha 19 anni e frequenta quella casa è a Vigevano, la cosa più ovvia che mi è venuta in mente, magari anche sbagliando, è stata quella di conservare lo scontrino".