Il "caso Bova" arriva al Garante della Privacy: cosa rischia chi ha condiviso audio e chat

Si valuta la richiesta di eliminare le chat pubblicate online e chiedere la rimozione da social e siti. Intanto la polizia postale ha inviato l'informativa alla procura di Roma

Il "caso Bova" arriva al Garante della Privacy: cosa rischia chi ha condiviso audio e chat
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Il caso dei messaggi privati tra Raoul Bova e Martina Ceretti potrebbe presto finire sul tavolo del Garante della Privacy. Secondo La Repubblica e Il Messaggero, infatti, gli avvocati dell'attore sarebbero pronti a rivolgersi all’Authority guidata da Pasquale Stanzione per chiedere la rimozione delle chat pubblicate da Fabrizio Corona su Falsissimo da social, piattaforme e siti, con contestuale blocco della diffusione. Al vaglio ci sono anche eventuali violazioni della normativa sulla privacy.

Il caso potrebbe quindi muoversi su due binari paralleli. Da una parte il possibile procedimento dell'Authority, dall'altra il fascicolo aperto dalla procura di Roma contro ignoti con l'ipotesi di reato di tentata estorsione per gli scambi intrattenuti da un soggetto ancora sconosciuto (con sim spagnola) con l'attore. "Non sono l'autore dei messaggi inviati a Raoul Bova", "Fabrizio Corona è l'unica persona a cui ho inoltrato le chat e gli audio in questione", avrebbe detto il pr Federico Monzino attraverso i suoi legali, professando la sua estraneità ai fatti. La polizia postale ha già inviato la sua informativa ai pm che si occupano del caso e sia i telefoni di Monzino che quelli di Ceretti sono stati controllati dagli investigatori. Monzino e Ceretti sono anche stati ascoltati come persone informate sui fatti, al pari di Fabrizio Corona, per raccogliere quante più informazioni possibili.

Monzino è uno degli eredi della famiglia milanese che ha fondato e posseduto per lungo tempo la celebre catena di supermercati Standa, ed è uno dei cognomi più altisonanti di Milano per la sua storia e importanza economica nel Paese ma anche per aver fondato il celebre e omonimo centro cardiologico. Federico Monzino, che ha 29 anni, sul suo profilo Linkedin sostiene di essere membro del consiglio di amministrazione di Cranchi Yachts, celebre marchio della nautica di élite, ma secondo il Corriere della sera non ricoprirebbe più quell'incarico da oltre un anno. Ma si sa, Linkedin non sempre viene aggiornato in tempo reale e quindi è probabile che anche Monzino non si sia preoccupato di segnalare la sua uscita da Cranchi Yachts. Azienda che, per altro, per il 50% è della sua famiglia ma di cui lui personalmente non risulta possedere azioni.

Sui social ama immortalarsi a bordo e vicino ad autovetture di gran lusso, mostrarsi in località esclusive, a bordo dei motoscafi e fare, insomma, tutto quello che ci si aspetterebbe da un rampollo della Milano bene o, per dirla in altro modo, del Circolino.

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