Mattarella tiene duro su Putin. "Russia un macigno sull'Europa"

Il presidente non replica alle minacce ma sottolinea l'"aggressività" di Mosca. La frecciata: "Certi leader internazionali preferiscono essere temuti che ammirati"

Mattarella tiene duro su Putin. "Russia un macigno sull'Europa"
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Non fa una piega il presidente, anzi in realtà qualche muscolo lo muove quando in mattinata gli fanno vedere il suo nome nell'elenco dei russofobi. Una smorfia con la bocca, gli occhi al cielo, le spallucce, per poi finire con il dito destro agitato a tergicristallo. No, non replico, spiega al suo staff, nessun ritocco al discorso già pronto, non c'è niente da dire. E infatti alle cinque della sera, ricevendo stampa parlamentare e quirinalisti per la cerimonia del ventaglio, Sergio Mattarella parla quasi per mezz'ora ma non cita mai né Putin né tantomeno la lista diffusa da Mosca. Le minacce dello zar rimbalzano nel silenzio. Una sola allusione. "Oggi molti protagonisti della vita internazionale aspirano ad essere temuti più che stimati e ammirati. Magari si ottiene qualche vantaggio immediato, però azzera per il futuro prestigio e autorevolezza". Vale forse anche per Netanyahu. "A Gaza situazione intollerabile. Un errore il bombardamento della Sacra Famiglia? Errare humanum est, perseverare diabolicum".

E insomma, è dallo scenario estero che vengono quest'estate le maggiori preoccupazioni. "Finché non saremo riusciti ad eliminare dalla vita internazionale le tentazioni di dominio su altri popoli, non torneremo alla serenità del vivere civile". Un capo dello Stato non risponde a un portavoce e nemmeno a un sito di un ministero o ad attacchi web. Tuttavia per Mattarella è il caso di ricordare come "l'angosciosa postura aggressiva della Russia, che ha cancellato l'equilibrio della pace, sia un macigno sulle prospettive del nostro continente e dei nostri giovani. L'invasione dell'Ucraina ha cambiato la storia e i Paesi baltici sono convinti che dopo Mosca colpirà la loro sicurezza se non la loro indipendenza". Dopo anni di tranquillità, riviviamo "situazioni viste nel passato". E non bastano missili e soldati, c'è pure una guerra di fake news e disinformazione che provoca "un comprensibile disorientamento delle opinioni pubbliche".

Dobbiamo reagire. "La costruzione della politica estera e della difesa comune della Ue è urgente" affinché l'Europa sia "attrice di sicurezza e di pace". Per farlo, occorre cedere pezzi di sovranità. Intanto è fondamentale che l'Italia continui a seguire la tradizionale linea atlantista. E attenzione a non depotenziare l'Onu, appesantita da "egoismi di potere di singoli Stati e dall'antistorico diritto di veto", e gli altri fori multilaterali. "Che mondo sarebbe senza le Nazioni Unite?".

In Medio Oriente l'altra ferita sanguinante. "È scontato affermare che a Gaza la situazione sia sempre più drammatica e intollerabile, speriamo che alle pause annunciate corrispondano spazi di effettivo cessate il fuoco". Ma su questo il capo dello Stato non sembra ottimista. Ricorda "il barbaro attacco di Hamas del 7 ottobre e l'ignobile rapimento degli ostaggi". Però "è disumano ridurre alla fame un'intera popolazione". E ancora. "Si è parlato di sbagli nell'aver sparato su ambulanze, medici e infermieri, nell'aver preso di mira persone in fila per il cibo e bambini ricoverati in ospedale per denutrizione. È difficile in una catena simile, vedere un'involontaria ripetizione di errori e non l'ostinazione a uccidere indiscriminatamente".

Sono tempi di scontri e di "intolleranza". Il dialogo diventa una parola sconosciuta, il confronto è un braccio di ferro, a tutti i livelli.

"C'è una diffusa tendenza alla contrapposizione irriducibile, all'ostilità alle opinioni diverse dalle proprie, al rifugio a slogan superficiale e pregiudizi". È in questo brodo di incultura, conclude, "che riaffiora gravissimo l'antisemitismo, che si alimenta anche di stupidità".

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