Nel Viterbese è emergenza arsenico nell'acqua

Dai rubinetti di 45 di Comuni della provincia di Viterbo e cinque Comuni di quella di Roma escono ancora acque non conformi. A rischio anche le verdure e il pane

Il ministro della Salute, Renato Balduzzi
Il ministro della Salute, Renato Balduzzi

"È una vera emergenza, per la cui soluzione non si può più aspettare". In una intervista all’Ansa il ministro della Salute Renato Balduzzi non fa certo sconti all’emergenza arsenico nell’acqua in una cinquantina di Comuni del Lazio. Balduzzi si è detto "soddisfatto" del colloquio avuto con il neo governatore della Regione Lazio Nicola Zingaretti: "Finalmente si vede un interessamento reale della Regione". Intanto il Codacons ha chiesto la chiusura degli esercizi commerciali del viterbese che usano acqua contaminata ma avvia in favore di questi una class action contro ministero e Regione Lazio fino a un massimo di un milione di euro ad attività commerciale.

Dai rubinetti di 45 di Comuni della provincia di Viterbo e cinque Comuni di quella di Roma, per un totale di circa 260mila residenti interessati, escono ancora acque non conformi relativamente alla quantità di arsenico. A lanciare l'allarme è uno studio dell’Istituto superiore di Sanità che ricorda come il 31 dicembre sia scaduta la terza deroga europea che consentiva di erogare acqua con livelli di arsenico superiori a dieci microgrammi per litro. Tuttavia, in alcuni comuni della Regione Lazio l’emergenza non è cessata. Con Zingaretti e con tutti gli enti locali interessati il ministero della Salute avvierà, "in tempi strettissimi", le misure urgenti per far fronte ai disagi della popolazione in seguito all’emergenza da tempo creatasi a causa delle alte concentrazioni d’arsenico nell’acqua nel Viterbese. Secondo uno studio condotto dall’Istituto superiore di Sanità insieme agli ordini dei medici di Latina, Roma e Viterbo, ci sarebbero alti livelli di arsenico anche nel pane, in particolare modo nel Viterbese, dove si registra una concentrazione allarmante di arsenico nell’acqua. "Il pane viene prodotto utilizzando l’acqua corrente - si legge nel report - quindi ovviamente risente degli alti livelli di arsenico presenti". Lo stesso discorso vale per gli ortaggi, sui quali però le analisi sono ancora in corso.

Per l’Istituto superiore di Sanità, il quadro è "decisamente migliorato" rispetto all’iniziale scenario del
2009, quando l'emergenza riguardava una novantina di Comuni e circa 854mila abitanti. Sono state, infatti, realizzate "significative opere per la risoluzione delle circostanze eccezionali della contaminazione".

Si tratterebbe del primo e del secondo impianto più grande in tutto il Vecchio Continente per la rimozione dell’arsenico per volumi di acque trattate e il primo impianto al mondo per la rimozione del boro per volumi di acque trattate e tecnologie utilizzate. A questo punto, però, occorre "avviare ulteriori azioni di rientro ai valori di parametro nel più breve periodo".

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