
Torno a mente fredda sull'assedio di Potere al Popolo e di altri gruppetti filo-palestinesi alle sedi del Giornale e di Libero giovedì scorso. Non lo ritengo uno spreco di inchiostro della ditta e di tempo per i lettori scriverne, perché persino le idiozie aiutano a renderci conto dello stato del mondo e delle due o tre cose per cui è necessario non scendere da cavallo. Non dico per coraggio (quei gruppetti protestatari, pur bercianti maledizioni, non avrebbero spaventato una famigliola di passerotti all'abbeverata), ma per decenza.
Provo a formulare qualche pensiero, anche se mi rendo conto che in questo secolo, come ai primordi, funzionano meglio le clave.
I cosiddetti pro Pal osano manifestarsi cercando di inibire la libertà di stampa dei pochi fogli non conformisti, perché sono certi di avere il vento dell'opinione che ne gonfia le vele. Cosa che si è dimostrata esatta. Come osservato da Alessandro Sallusti, l'intimidazione e le minacce esercitate contro di noi non hanno suscitato con l'eccezione di Matteo Renzi alcuna reprimenda della sinistra politica e giornalistica. Non avevamo bisogno di conferme sulla infingardaggine di costoro, quando ci sia da tutelare la libertà di chi non è della loro parrocchia: tranquilli, stiamo bene da soli. Il fatto è che non si tratta di difendere la libertà in generale, ma di non avvertire che si sta ogni giorno di più infrangendo un tabù: e cioè che l'antisemitismo oggi non è più un territorio barbaro, ma addirittura umanitario. Gaza è utile per questo. È la prova che Israele non deve esistere, e non devono più esistere neppure gli ebrei, a meno che abiurino la loro appartenenza a quel popolo che democraticamente - ha scelto di farsi comandare da un premier pessimo (per me è pessimo) come Bibi Netanyahu.
A cosa serviva agli occhi dei manifestanti e soprattutto dei loro mandanti dei quartieri alti - quella bagarre da quattro soldi? Consolidare la vittoria morale e politica dell'antisemitismo mascherato da antisionismo e da odio per gli israeliani -, trasformandolo in valore civile. E chi non ce l'ha va discriminato.
Tutto si regge sull'oblio del 7 ottobre. L'orrore originario del 7 ottobre, con gli assassini di massa premeditati, con stupri, rapimenti, ferocia e sadismo, perché ha consentito agli ebrei di rivelare chi sono e perché hanno reagito ed oggi non riescono a fermarsi senza aver schiantato Hamas, che è la cellula tumorale cui non dare scampo se si vuole sopravvivere.
Sul nostro giornale non ricordo francamente un solo articolo che abbia benedetto le morti atroci degli innocenti. Di tutti gli innocenti. Dei bambini e delle donne e degli inermi a qualunque etnia, religione, popolo appartengano. Ma non dimenticando chi ha seminato questa violenza, quel 7 ottobre: Hamas di concerto con gli ayatollah iraniani ed Hezbollah libanese.
Non ci meraviglia che gruppuscoli estremisti inneggino all'antisemitismo spacciandolo come antirazzismo, ma ci spaventa che questo sentimento abbia intaccato larga parte della sinistra.
Chi oggi ricorda, quando Israele rivendica di dover controllare Gaza e di non poter permettere che Hamas si riorganizzi nella Striscia di Gaza, che fu Israele nel 2005 per decisione di Ariel Sharon a liberare Gaza e i suoi due milioni e trecentomila palestinesi della sua presenza? Consentì che nei territori dall'Onu assegnati ad Israele sorgessero solo kibbutz intesi come oasi di pace, con lavoratori palestinesi trattati alla pari, i quali da Gaza venivano a spartire sudore e pane. Fidandosi! E senza sospettare che servissero solo da avanguardie per consentire il pogrom del 7 ottobre. Già chi lo ricorda?
Manifestanti e i loro simpatizzanti sanno benissimo che sulle nostre pagine mai si è inneggiato alla guerra comunque schifosa. E noi sappiamo benissimo che il popolo israeliano è diviso sul modo di continuare la lotta al terrorismo, indispensabile per non soccombere a nuovi pogrom. Siamo contro le sanzioni ad Israele che invece vuole la sinistra di Schlein e Conte perché significherebbero associare irreparabilmente Israele al campo dei boia, isolarlo come uno Stato paria, ponendo le premesse per una nuova Shoah, stavolta l'ultima.
Insomma. Gaza, l'orrore di Gaza è reale. Gaza sono le stragi di bambini e madri palestinesi innocenti.
E seme di questa violenza - l'assassinio a sangue freddo in quanto ebrei di bambini e madri del 7 ottobre e la tortura ancora oggi in atto di ostaggi altrettanto innocenti. Non mutiliamo la verità. Senza ricerca di un po' di verità, ci ammazzeremo tutti.Vittorio Feltri