Non ci casco più

Obbligo per i minori di 12 anni in bici

Non ci casco più

«Papi ma tu il casco non lo metti?...». Finirà così. Finirà che saranno i più piccoli a spiegare ai più grandi che il casco in bici va messo e ben allacciato, magari con le luci accese, come consigliava tanti anni fa il mitico Nico Cereghini ai motociclisti che si mettevano in viaggio. Arriva il casco obbligatorio per i minori di 12 anni. Arriva dopo il via libera della commissione Trasporti della Camera che ha concluso l'esame della proposta di legge che modifica il codice della strada. Il resto lo farà il buonsenso. Lo farà l'idea che la bici è libera, veloce, fantasiosa e salutare anche con una protezione sul capo dei più piccoli che poi cresceranno e non la toglieranno più. Perché è solo un fatto di abitudine. È solo un gesto a cui ci si deve abituare, come tutti abbiamo fatto anni fa con le cinture di sicurezza. È un «clic» o un «clac» a seconda del modello, che ci mette in testa una buona idea e che toglie poco o nulla. Anzi toglie un bel po' di ansia. È un automatismo che si tramanderà negli anni fino a diventare la normalità che oggi fa tanto discutere. «Il casco in bici non protegge...

» dice chi lo combatte perché impiccia, fa sudare, limita la visibilità e l'obbligo disincentiva l'uso della bici togliendo i ciclisti dalle strade. Può darsi. Vuoi mettere il casco come Nibali o Sagan? «Vuoi metterlo papi? Io sì...».

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