Nuova udienza sul Caso Gregoretti, Salvini: "Inchieste ong? Siamo all'inizio"

L'udienza è stata rinviata al prossimo 10 aprile, una decisione definitiva sulla posizione di Matteo Salvini sarà presa invece il 14 maggio. Intanto il Gip ha ritenuto di non dover ascoltare Luca Palamara, per come chiesto dalla parte civile

Nuova udienza sul Caso Gregoretti, Salvini: "Inchieste ong? Siamo all'inizio"

È iniziata poco prima delle 10:00 la quarta udienza preliminare a Catania nell'ambito del procedimento sul caso Gregoretti. Matteo Salvini, ex ministro dell'Interno accusato di abuso di ufficio e sequestro di persona, è arrivato nel capoluogo etneo in mattinata.

L'udienza, così come capitato nelle scorse settimane, ha avuto come sede il bunker del carcere di Bicocca. Oggi è atteso, tra gli altri, l'ambasciatore Maurizio Massari. Quest'ultimo sarà sentito dal Gip Nunzio Sarpietro, il quale nelle settimane precedenti ha già ascoltato diversi politici.

Dall'ex presidente del consiglio Giuseppe Conte, fino agli attuali ministri di Esteri e Interno, ossia Luigi Di Maio e Luciana Lamorgese. Nell'udenza odierna, oltre alla deposizione dell'ambasciatore Massari era attesa la decisione su Luca Palamara.

La decisione su Palamara

Quest'ultimo è stato chiamato in causa dalla parte civile: “Abbiamo deciso di formulare la richiesta – aveva spiegato al termine dell'udienza del 19 febbraio scorso l'avvocato Viola Sorbello – perché la difesa di Salvini ha citato il passaggio del libro di Palamara in cui si afferma che il capo della Lega va fermato”.

Il libro in questione è quello scritto dal direttore de IlGiornale, Alessandro Sallusti, in cui viene descritto il sistema interno alla magistratura con il racconto dello stesso Palamara, ex capo dell'Anm.

“La nostra richiesta di sentire Palamara viene fuori dal libro di Sallusti – è la dichiarazione rilasciata poco prima dell'inizio dell'udienza odierna da Corrado Giuliano, avvocato di AccogliRete – in cui si definiscono determinati tipi di pressione rispetto alla magistratura sia in un senso che nell'altro”.

“Siccome – ha proseguito il legale sull'AdnKronos – qui bisogna fare chiarezza sino in fondo, secondo noi sentire Palamara, che stava dentro al sistema, può essere interessante anche per avere la contezza di quanto questo processo sia stato influenzato anche dalla posizione della Procura che in questo caso non gioca il ruolo di accusa”.

La decisione è arrivata poco dopo la fine dell'udienza. Nella breve camera di consiglio tenuta all'interno dell'aula bunker del carcere di Catania, il Gip Nunzio Sarpietro ha stabilito di non dare seguito alla richiesta arrivata dalla parte civile. L'ex numero uno dell'Anm dunque non verrà ascoltato.

La deposizione dell'ambasciatore Maurizio Massari

L'attenzione comunque è stata proiettata in buona parte puntata sulla deposizione dell'ambasciatore Massari. Il Gip lo ha voluto ascoltare in quanto rappresentante dell'Italia nell'Unione Europea.

Potrebbe quindi essere una delle persone informate sulle trattative svolte dal governo Conte I per redistribuire in Europa i migranti a bordo della Gregoretti. La vicenda parte proprio dai giorni in cui il Viminale, guidato fino al settembre del 2019 da Matteo Salvini, ha negato lo sbarco delle persone giunte ad Augusta a bordo della Gregoretti.

Il leader della Lega ha sempre sostenuto che la sua è stata un'azione condivisa con il resto del governo, il cui obiettivo era quello di raggiungere un accordo in sede europea per la redistribuzione dei migranti prima di autorizzare lo sbarco. Salvini, come prova della sua posizione, ha sempre fatto riferimento a sette mail scambiate nei giorni del caso Gregoretti tra Palazzo Chigi e Farnesina.

Così come trapelato da alcune indiscrezioni riportate dall'AdnKronos, al giudice l'ambasciatore Massari avrebbe riferito di come "sull'immigrazione e il tentativo di coinvolgere l'Europa, la politica italiana è stata contraddistinta nel tempo da continuità e coerenza". Dopo la camera di consiglio, è stato comunicato l'aggiornamento dell'udienza preliminare al prossimo 10 aprile. Una decisione definitiva sulla posizione di Salvini invece sarà presa il 14 maggio.

Le dichiarazioni di Salvini

Lo stesso numero uno del carroccio, giunto dinnanzi l'ingresso dell'aula bunker di Bicocca, ha affidato ai social le sue prime dichiarazioni: “La mia convinzione – ha dichiarato in una diretta Facebook – è che noi abbiamo rispettato le leggi, nessuno si è fatto male, ma abbiamo difeso il diritto degli italiani a difendere i propri confini”.

L'ex ministro dell'Interno è anche intervenuto sulle recenti inchieste che hanno coinvolto le Ong: "Siamo solo all'inizio", è stato il suo commento. Dopo l'udienza, Salvini ha quindi incontrato i giornalisti all'esterno dell'aula bunker assieme al suo avvocato Giulia Bongiorno. Intervenendo sempre a proposito delle indagini sulle Ong, il leader della Lega ha voluto ricordare quanto appreso negli ultimi giorni: "Ci sono tanti fascicoli aperti, che parlano di traffico di esseri umani organizzato e a pagamento - ha dichiarato Salvini - Io ringrazio le due procure che in questo momento sono più avanti, Trapani e Ragusa, ma penso che da Agrigento a Catania si evidenzierà il fatto che il traffico di esseri umani è organizzato e finanziato. Poi lascio i giudici il loro lavoro".

Sull'esito dell'udienza odierna, l'ex ministro dell'Interno ha commentato le parole di Massari: "L'ambasciatore ha detto che quello che ho fatto io è stato fatto prima ed è stato fatto dopo - ha sottolineato Salvini - Anzi, grazie a quello che ho fatto io si sono dati una sveglia. Ci rivedremo il 10 aprile e poi si chiude il 14 maggio. Ma non faccio pronostici, continuo a ritenere di aver fatto il mio dovere e di avere salvato vite".

Sempre a proposito dell'udienza, l'avvocato Giulia Bongiorno ha espresso invece soddisfazione: "La testimonianza dell'ambasciatore Massari è stata particolarmente efficace perché ha chiarito che c'è stata continuità politica tra il Conte I e il 'Conte II, Salvini-Lamorgesè - sono state le parole del legale - In particolare Massari ha fatto riferimento che a partire dal caso Diciotti ci fu una scelta politica italiana da parte del Premier e dei ministri degli esteri e degli interni, ovvero, di fare una pressione politica sull'Europa per la redistribuzione dei migranti ex ante cioè prima che avvenissero gli sbarchi".

"Da ciò si desume - ha concluso Giulia Bongiorno- che c'era una linea di governo ben precisa che prevedeva di sollecitare e invitare l'Ue a fare una redistribuzione dei migranti.

Le nostre conclusioni sono che alla luce di questa ricostruzione, è evidente che il caso Gregoretti si colloca in maniera coerente con quella che era la linea del governo a sollecitare l'Europa. Con quella di Massari si conclude questa lunghissima udienza preliminare e ne siamo soddisfatti".

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