Stefano Gabbana non ci sta. Il noto stilista, in un'intervista affidata al Corriere della Sera, risponde alle critiche del New York Times che, in un articolo del 24 settembre scorso, descrive Milano come periferica nel mondo della moda internazionale e gli stilisti Dolce & Gabbana "confusi allo stesso modo sul loro ruolo nel grande ecosistema del fashion". Così il New York Times, in un pungente articolo di commento sulla Milano Fashion Week da poco conclusasi, ha definito la moda italiana e i suoi rappresentanti.
"Tutti si sentono in diritto di sparare sull'Italia perché tanto non c'è mai nessuno che replica", dice Gabbana. "I giornalisti del New York Times non entrano alle nostre sfilate da anni, eravamo stanchi degli insulti, così abbiamo deciso di lasciarli fuori. Mi auguro che adesso lo facciano anche altri, Ferragamo, Missoni, quelli presi di mira. Non ti piace quello che faccio? Vai a vedere un altro!".
Per quanto riguarda poi la qualità dell'ultima Milano Fashion Week, lo stilista non ha dubbi: "Milano ha tutto, tutto. L'ultima fashion week mi è sembrata più allegra del solito, rilassata: tanti eventi, tanto movimento. Il problema è che noi italiani siamo insicuri, ci sentiamo sempre inferiori, mentre in realtà sono gli altri che hanno paura di noi. Sappiamo fare tutto: tessuti, accessori, bottoni, persino le etichette degli abiti, i sacchetti. Per cui è logico che agli altri convenga farci sentire in difetto, sminuirci. Un Paese che fa tutto questo non fa paura?. [...
] Davanti ai fatturati delle aziende italiane ci sono tutti segni più: vorrà dire qualcosa questo, no? ".Nessun problema poi se la moda italiana non è intellettualoide come quella estera: "È intellettuale Sophia Loren? No, eppure la conoscono anche su Marte", conclude Gabbana.
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