Lo Stato islamico afferma di essere più di un gruppo militante e si propone come un governo che offre una serie di servizi sul territorio che controlla. Da diverse interviste condotte del New York Times con persone che sono recentemente fuggite dal Califfato, però, emerge che il ’sogno dello Stato Islamico sta svanendo. Gli uomini di Abu Bakr al Baghdadi sentono la pressione dei raid aerei condotti da diversi paesi e delle nuove offensive di terra da parte delle milizie sciite e curde. Inoltre il taglio di
molti servizi e delle paghe dei combattenti, unito a un sistema di tassazione troppo oneroso, sta creando tensioni e defezioni.
Non si parla di crollo imminente del gruppo, sottolinea il Nyt, ma sicuramente di un suo indebolimento interno. L’Isis si sta comunque adattando ai cambiamenti e agli attacchi della coalizione con attentati in terra straniera come quelli di Parigi e con l’obiettivo di accrescere il proprio potere in Libia, ma la promessa di un vero stato rimane il fattore principale che lo distingue da Al Qaeda e rappresenta un potente richiamo per le reclute provenienti da tutto il mondo, scrive il quotidiano. Intanto la Camera dei Comuni britannica si appresta a decidere oggi se autorizzare l’intervento militare in Siria contro i militanti dello Stato Islamico.
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