Cronache

Olimpico più sicuro: "Lavori alla struttura o non si gioca"

Il prefetto di Roma, Franco Gabrielli, di rivedere la sicurezza della struttura: più barriere e meno tifosi in curva

Olimpico più sicuro: "Lavori alla struttura o non si gioca"

Lo stadio Olimpico al centro della discussione su ordine e sicurezza. Nella mattinata di oggi, il prefetto di Roma, Franco Gabrielli, ha presieduto una seduta del Comitato provinciale dopo le criticità emerse in occasione delle partite di calcio disputate nell'arena capitolina. Dalla riuniona, a cui hanno partecipato anche rappresentanti del CONI e delle società calcistiche A.S. Roma e S.S. Lazio, è emersa la necessità di adottare misure per evitare il ripetersi di una serie di comportamenti delle tifoserie, verificatisi durante lo scorso campionato soprattutto nelle curve, capaci di mettere a repentaglio non solo il regolare svolgimento delle partite, ma anche l'incolumità degli spettatori.

Il Prefetto ha stabilità che, nel campionato 2015-2016, si giocherà allo stadio Olimpico solo se verranno effettuati alcuni lavori strutturali: innalzamento delle barriere che separano il settore "distinti" dalle "curve", in modo da impedirne lo scavalcamento; divisione delle due curve in due settori, attraverso l'installazione di un apposita barriera; riduzione della capienza delle due "curve"; l'installazione di apposite separazioni, atte a creare "corridoi" per rendere più agevoli le operazioni di filtraggio e pre-filtraggio dei tifosi che accedono alle curve. Senza queste "modifiche", non si giocherà.

Altro ok arrivato da Gabrielli quello che riguarda l'ok a una direttiva con cui vengono fissato nuovi criteri per le manifestazioni. Potranno essere svolte in "forma di corteo" le manifestazioni "di rilievo nazionale" o a cui si prevede una partecipazione "particolarmente rilevante", negli altri casi avverranno "in forma statica" come "presidi" e "sit-in".

Ufficializzata, stamattina, anche la decisione della prefettura di rafforzare la scorta al sindaco di Roma, Ignazio Marino.

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