Una sentenza che fa discutere. È quella con cui ieri sono state assolte, con formula piena, le quattro attiviste del gruppo Femen che, nel 2013, si erano denudate in piazza San Pietro durante l’Angelus domenicale.
Le militanti femministe, due francesi e due ucraine, non avrebbero turbato lo “svolgimento della funzione religiosa” perché l’allora Papa Ratzinger, nonostante la plateale protesta, portò a termine la sua omelia senza interruzioni. Queste, come riporta Il Messaggero, sono le motivazioni della sentanza di assoluzione emessa dal giudice Clementina Forleo.
Tra le attiviste che, il 13 gennaio del 2013, si spogliarono tra i fedeli durante la preghiera del Papa, c’era anche la leader ucraina del movimento, la ventisettenne Inna Shevchenko, che oggi vive a Parigi.
“Le streghe senza Dio”, così come le ha ribattezzate un libro uscito nel 2016, quel giorno si erano denudate fino a rimanere in topless esibendo sui loro corpi nudi la scritta: “In gay we trust” (“Crediamo nei gay”). Erano i giorni in cui, in Italia ed anche in Francia, si dibatteva sull’incandescente tema delle adozioni da parte delle coppie omossessuali. E, qualche giorno prima del blitz, una clamorosa sentenza della Cassazione italiana aveva scatenato la condanna della Chiesa Cattolica. La Prima sezione civile della Suprema Corte aveva confermato l’affidamento esclusivo di un bambino ad una madre convivente con un’altra donna stabilendo che “vivere in una famiglia incentrata su una coppia omosessuale” non è dannoso “per l’equilibrato sviluppo del bambino”.
Le
“paladine” dei diritti gay erano state immediatamente neutralizzate dall’intervento dei Carabinieri. Il reato per cui, ieri, sono state definitivamente assolte è quello di trubamento di funzioni religiose.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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