"Omicidio con il ketchup". Il gesto choc del killer di Chiara in carcere

L'assassino di Chiara Gualzetti premeditò il delitto. La prova in un sms con le emoticon "donna, coltello, sangue" inviato a un'amica. Il gup: "Imputato lucido con personalità disturbata"

"Omicidio con il ketchup". Il gesto choc del killer di Chiara in carcere

Il killer di Chiara Gualzetti, la 15enne trovata senza vita in un parco a Monteveglio (Bologna) il 27 luglio del 2021, aveva premeditato il delitto. È quanto scrive il gup Anna Filocamo nelle motivazioni della sentenza con cui l'assassino, al tempo 16enne, è stato condannato a 16 anni e 4 mesi di reclusione al termine del processo celebrato con rito abbreviato. Nel giorno precedente all'aggressione mortale, il ragazzo avrebbe inviato un sms a un'amica in cui comparivano, nell'ordine, le emoticon "donna, coltello sangue". In cella avrebbe poi simulato un omicidio, con la complicità di un altro giovane detenuto, usando il ketchup. Comportamenti che secondo il tribunale "denotano la totale assenza della benché minima considerazione per la vittima e per la tragedia e dimostrano ancora una volta il compiacimento narcisistico che si è manifestato anche in udienza" quando, riferendo di questi fatti, ha parlato della simulazione "con espressione sorridente".

La premeditazione del delitto

Secondo il gup, non ci sono dubbi di alcuna sorta sulla premeditazione dell'omicidio. "Appare chiaro" scrive il giudice riferendosi al testo dell'sms. Quella drammatica domenica di luglio, il 16enne diede appuntamento alla ragazza: la portò vicino a un bosco, nel parco dell'abbazia di Monteveglio, uccidendola a coltellate, calci e pugni. "La volontà di ucciderla - precisa il giudice -si è sedimentata nella mente, è stata mantenuta ferma per tre giorni". Il giovane killer aveva chattato con un'amica tre giorni prima manifestando propositi delittuosi: "Dovrò fare fuori una ragazza". A un parente aveva poi comunicato "il desiderio di volerla fare fuori" e poi il venerdì "assalito dal desiderio di uccidere - ricostruisce la sentenza - ingaggia una sorta di braccio di ferro con il demone a cui promette di uccidere la domenica". Un piano premeditato, dunque. Lo dimostrano ulteriormente i messaggi mandati successivamente al delitto alla stessa amica: "Ho fatto quello che dovevo fare".

La personalità del killer

Non ci sarebbero stati ancora segnali di pentimento da parte del ragazzo, reo confesso dell'omicidio, a seguito della condanna. "Non ha mai speso un pensiero di rammarico per la povera vittima, né ha mai manifestato dispiacere per quello che è successo, ma invece ha espresso dispiacere per se stesso tendendo a semplificare e giustificare l'accaduto asserendo che 'non è stata colpa sua' e che il suo errore è stato cedere ai condizionamenti del demone", chiarisce ancora il gup del Tribunale di Bologna.

Le ragioni che avrebbero indotto il giovane ad armarsi per colpire Chiara sono "ancora incomprensibili - conclude il magistrato -una vera e propria motivazione non esiste se non quella riconducibile alla personalità dell'imputato, fortemente disturbata, ma lucida e pienamente capace di intendere e di volere".

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