Cronache

Omicidio Desirée, torna in carcere l'uomo liberato ieri

Resterà in carcere Brian Minthe, uno dei quattro uomini accusati dell'omicidio di Desiree Mariottini: la camera di consiglio gli ha inflitto 26 anni e mezzo di reclusione

Omicidio Desirée, torna in carcere l'uomo liberato ieri

Nessuna libertà acquisita per scadenza dei termini di custodia cautelare per Brian Minthe, una delle quattro persone condannate per l'omicidio di Desiree Mariottini. Al temine della camera di consiglio durata 9 ore, i giudici hanno deciso che l'uomo dovrà rimanere in carcere. La pena per lui è di 24 anni e mezzo ma ne è stata disposta la scarcerazione per l'accusa di droga. La nuova misura cautelare per Brian Minthe è stata chiesta e ottenuta dalla procura di Roma per l'accusa di omicidio.

Desirèe Mariottini aveva 16 anni quando, nel 2018, è stata trovata senza vita. Era il 19 ottobre del 2018 e la ragazza era stata uccisa dopo essere stata violentata in un immobile abbandonato di via dei Lucani, nel quartiere San Lorenzo di Roma. Ma Brian Minthe non è l'unico a essere stato condannato. I giudici hanno disposto l'ergastolo per Mamadou Gara e Yusef Salia. Mentre Alinno Chima è stato condannato a 27. Le accuse per loro, a seconda delle posizioni individuate dai giudici, sono di omicidio volontario, violenza sessuale aggravata e cessione di droga a minori.

Per Brian Minthe era stata disposata ieri la scarcerazione per scadenza dei termini di custodia cautelare. Grande il disappunto di sua madre, che al termine della lettura della sentenza si è lasciata andare a uno sfogo: "Uno dei condannati torna libero per scadenza termini e questo non doveva succedere. Aspettavo una sentenza completamente diversa, mi aspettavo ergastolo per tutti. Sono molto arrabbiata". Comprensibile la rabbia di Barbara Mariottini, che ha aggiunto: "Era una bambina di 16 anni... L'hanno lasciata dopo 4 ore di agonia".

La Terza Corte di Assise del tribunale di Roma, però, ne ha nuovamente disposto il carcere per "concreto e attuale il pericolo di fuga". Si legge così nell'ordinanza notificata dai poliziotti della Squadra mobile di Roma ieri sera a Regina Coeli, dove si trovava ancora Brian Minthe. L'uomo, inoltre, non ha una residenza stabile, pertanto "non sarebbero praticabili misure meno gravose". L'uomo "non ha mostrato segni di resipiscenza", scrivono i giudici, sottolineando che Minthe sarebbe potuto fuggire "anche al fine di sottrarsi all'esecuzione della pena come da lui fatto nell'immediato al momento del decesso di Desirèe Mariottini".

La morte di Desirèe Mariottini è uno dei fatti più tragici degli ultimi anni in Italia. Tra il 18 e il 19 ottobre del 2018 il corpo della ragazzina fu trovato su un lettino dello stabile abbandonato nascosto sotto una coperta. Le indagini iniziarono subito e dopo circa una settimana i poliziotti fermarono Mamadou Gara e Brian Minteh, giovani senegalesi irregolari nel nostro Paese. Per i carabinieri erano loro i responsabili, in concorso con gli altri due uomini fermati poco, di quanto accaduto a Desiree Mariottini. L'accusa era di violenza sessuale di gruppo, cessione di stupefacenti e omicidio volontario.

Nel frattempo gli investigatori delinearono i contorni di quella vicenda. Prima di morire, Desiree Mariottini avrebbe trascorso alcune ore in stato di incoscienza, dopo che le venne somministrata la droga nel pomeriggio del 18 ottobre.

Quando era incosciente, sarebbe stata violentata da alcuni degli uomini fermati.

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