Omicidio d'identità, presentato il disegno di legge per punire chi sfregia le donne

Il disegno di legge per introdurre nel codice penale l'omicidio di identità, che prevede pene oltre i 12 anni per chi sfregia le donne, è stato sottoscritto da tutti i gruppi parlamentari

Omicidio d'identità, presentato il disegno di legge per punire chi sfregia le donne

L'omicidio di identità, con pene oltre i 12 anni per chi sfregia le donne, potrebbe diventare legge molto presto: la proposta presentata oggi alle Camere è stata sottoscritta da tutti i gruppi parlamentari.

Una unanimità senza precedenti in questa legislatura. Tutti d'accordo sull'introduzione nel codice penale degli articoli 577-bis, 577-ter e 577-quater in materia di omicidio d'identità. "Parlare con le vittime, leggere le dichiarazioni dei loro aguzzini, mi ha convinto che si debba fare di tutto perché la legge sull'omicidio di identità sia approvata al più presto", ha commentato la senatrice Laura Puppato, prima firmataria del disegno di legge.

La richiesta di introdurre un reato specifico per le aggressioni contro le donne allo scopo di cancellare la loro identità, come gli attacchi con l'acido, è arrivata da Carla Caiazzo, la donna bruciata dall'ex mentre era incinta. Lo scorso novembre, la sopravvissuta aveva scritto al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, chiedendogli "di sollecitare il nostro legislatore a individuare, sulla scorta di quanto sta tristemente accadendo, una nuova figura di reato che punisca severamente coloro che, nel loro intento delittuoso, colpiscono le donne e, soprattutto, le cancellano dalla società civile". L'appello di Caiazzo è stato raccolto da un gruppo bipartisan di senatrici.

"Il disegno di legge colma un vuoto normativo e rappresenta un unicum anche in campo europeo - ha spiegato a Repubblica Laura Puppato - Il volto distrutto e volutamente sfregiato per sempre ha il valore di una morte civile, inferta con inaudito cinismo e frutto o causa, sopra ogni cosa, della volontà violenta di restare unici padroni dell'io profondo della vittima che si sarebbe voluta possedere. Per tali atti non bastano le pene previste per la lesione grave o gravissima subita in qualunque altre parte del corpo umano. Non perché, ovviamente, non sia grave ogni atto lesivo di una persona, ma perché lo sfregio del volto va a incidere profondamente sull’identità fisica, sociale e psicologica".

"Il disegno di legge è stato scritto in collaborazione con le vittime, i loro avvocati, psicologi e criminologi. Gli autori dell'omicidio di identità oggi agiscono consapevoli di produrre il massimo del danno e andare incontro a pene minime rispetto a quanto causano - ha aggiunto la senatrice del Pd - la nuova norma, punendo con la reclusione non inferiore a 12 anni fornisce ai magistrati gli strumenti per comminare pene adeguate in modo rapido".

Così come era avvenuto per il reato di femminicidio, il disegno di legge presentato oggi specifica che l'avere una relazione affettiva con la vittima è un'aggravante e punta a ribadire che "chi dice di amarti e ti causa danni deve essere punito di più". La senatrice ha anticipato che la legge prevede che la pena venga aumentata da un terzo alla metà se "i fatti sono commessi dall'ascendente o dal discendente, dal coniuge, anche legalmente separato, dalla parte dell'unione civile o da persona legata alla persona offesa da relazione affettiva o con essa stabilmente convivente".

Inoltre, sempre prendendo a modello la legge sul femminicidio, che prevede anche una tutela degli orfani di femminicidio, i promotori dell'iniziativa stnno pensando a un modo per garantire anche economicamente le vittime e i figli: "nei casi di condanna si applicano quali pene accessorie l'interdizione perpetua da qualsiasi ufficio attinente alla tutela, alla curatela e all'amministrazione di sostegno, la perdita del diritto agli alimenti e l'esclusione dalla successione della persona offesa, nonché la sospensione dall'esercizio di una professione o di un'arte".

Infine, la legge non si limita a regolare le pene, ma anche la prevenzione del reato. "L'articolo 3 istituisce l'Osservatorio permanente per le azioni di monitoraggio, prevenzione e contrasto al fenomeno, del quale fanno parte rappresentanti del ministero dell'Interno e del Ministero dell'Istruzione - ha specificato Puppato - La titolare del Miur, Valeria Fedeli, ha avuto parte attiva nel disegno di legge e sono convinta che, nel rispetto dell'autonomia delle istituzioni scolastiche, definirà al meglio le linee guida per l'educazione alla legalità e all'integrità delle persone".

Anche grazie all'adesione unanime e bipartisan, la nuova legge ha tutte le carte in regola per essere approvata e in tempi brevi.

"Come me, in molti sono rimasti sconvolti nel sentire Lucia Annibali o Carla Caiazzo parlare degli innumerevoli interventi necessari dopo le aggressioni, hanno provato orrore nel leggere le affermazioni dei colpevoli che nello sfregiarle dicevano 'Vediamo se adesso andrai a divertirti'. La nostra è una iniziativa talmente condivisa che credo la sua approvazione si possa dare per acquisita", ha cocluso la senatrice.

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