Fortuna, il racconto dei bambini ai pm

Ecco il racconto di come i bambini hanno rotto il muro dell'omertà

Fortuna, il racconto dei bambini ai pm

Tutti sapevano ma nessuno ha salvato i bambini del Parco Verde di Caivano. Sapeva Marianna Fabozzi, compagna di Raimondo Caputo, che se la ricostruzione fatta da pm e carabinieri verrà confermata, è l’orco e l’assassino di Fortuna Loffredo. Dalle indagini si è scoperto, infatti, che la Fabozzi non è riuscita a salvare nemmeno le sue figlie che attualmente si trovano in comunità. Come spiega Il Corriere della Sera sembrerebbe che Caputo violentasse anche loro e che e Marianna lo lasciasse fare dicendo alle bambine “Poi passa”.

I bambini erano minacciati perché sapevano che la loro amichetta era a casa di Fabozzi poco prima di essere uccisa e che, anziché tornare a casa sua a cambiarsi le scarpe era salita sul terrazzo insieme a Caputo che attualmente si trova già in carcere per gli abusi compiuti a danno di una figlia della compagna. “Ma veramente a Chicca l’ha uccisa Titò?" (nome con cui veniva chiamato Caputo) dice una bimba del palazzo parlando con un’altra e quando il pm e la psicologa le chiedono il motivo di quella domanda, lei risponde che “molti nel parco dicevano che era stato Titò”. Anche la nonna della sua amichetta sapeva e ha taciuto. “L’ho sentito personalmente. Era seduta sulla panchina giù al palazzo e parlando con altre signore disse che era stato Titò ad uccidere Chicca”, dice ora la donna. E anche la sua amichetta sapeva: “Mi rispose che era stato lui, poi non abbiamo più parlato dell’argomento”. La vicina di Marianna Fabozzi che trova la scarpetta persa Fortuna mentre cadeva dal balcone racconta al figlio di essere stata lei a gettarla quella scarpa. Bugie e omertà anche da parte degli adulti.

Poi c’è la bambina che ha visto quello che succedeva sul terrazzo. “Mi uccideva pure a me se andavo con Chicca... meno male che non sono andata”, dice alla madre la quale risponde: “Oh, che non esce manco un poco di segreto…”. Ma i bambini, impauriti dalla vicenda di Antonio Giglio, un loro coetaneo morto morto a tre anni, precipitato pure lui dalla finestra, decidono di rompono il muro del silenzio e vengono ascoltati dal pm, dalla psicologa e dalle forze dell’ordine. L’amichetta, che era insieme alla madre, racconta di aver visto Titò che portava di forza Fortuna sul terrazzo e che la violentava prima di prenderla in braccio e buttarla giù.

Dopo “siamo scese dalla mamma di Chicca per farla calmare”, poi “quando la mamma (di Fortuna, ndr) è svenuta è venuto anche Caputo Raimondo che le ha dato un bicchiere d’acqua”. La mamma le dice solo che quello che hanno visto doveva rimanere un segreto ma per fortuna la figlia ha disubbidito.

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