Cronache

Omicidio Yara, parla Bossetti: "I pm mi impediscono di difendermi"

L'ex muratore si sfoga: "È scandaloso, mi hanno negato di fare ulteriori accertamenti e le dovute indagini sui reperti consentiti"

Omicidio Yara, parla Bossetti: "I pm mi impediscono di difendermi"

Possibili importanti sviluppi per il caso Yara Gambirasio: la corte d'Assise di Bergamo ha autorizzato la difesa di Massimo Bossetti ad esaminare tutti i reperti d'indagine, i vestiti che indossava la giovane (tra cui slip, leggins, scarpe e giubbotto) e i campioni sulla traccia genetica. Il tutto dopo il ritrovamento di 9 proiettili - 2 in un apposito contenitore di plastica e 7 a terra - quasi nuovi, inesplosi. E pensare che poche ore prima si erano già intraviste diverse luci che avrebbero potuto portare in tale direzione. Giorgio Casari, docente di genetica e consulente dell'accusa per l'omicidio della giovane ginnasta, aveva rivelato nuove informazioni su Ignoto 1: "Il Dna di Ignoto 1 è sempre stato al San Raffaele. L'abbiamo conservato. E c'è ancora. Anche se proprio in questi giorni stiamo restituendo il materiale genetico alla procura di Bergamo che lo ha richiesto". Da sottolineare che grazie all'apporto di nuove tecnologie sarà possibile analizzare il Dna: la difesa avrà accesso per la prima volta agli elementi della scena del crimine, tra cui i dvd contenenti le immagini fotografiche dei reperti effettuate dal Ris.

A scrivere un altra lettera è stato Massimo Bossetti: dopo averne indirizzata una a Libero per ribadire la propria innocenza, ora l'ex muratore si è rivolto nuovamente al direttore Vittorio Feltri. Il 44enne ha voluto mettere in luce ciò che deve "subire dalla giustizia italiana". E ha messo in risalto un episodio che a suo giudizio è piuttosto singolare: "La procura di Bergamo mi ha negato di fare ulteriori accertamenti e le dovute indagini sui reperti consentiti, non solo nel fare una 'ricognizione' senza poterci mettere mano. Tutto questo è scandaloso".

"Non posso difendermi"

In queste condizioni l'uomo si sente privo di strumenti per difendersi: "Come posso difendermi nel provare la mia estraneità, se non mi permettono di difendermi a dovere indagando sui reperti nell’accertare l’assoluta granitica certezza, che quel DNA non mi appartiene". Perciò ha chiesto un aiuto al quotidiano per "gridare facendosi sentire quanto d’inumano continuo a dover subire, e per quanto tutti noi cittadini “purtroppo” restiamo nelle loro mani". Anche la sfera familiare starebbe risentendo della mancanza della figura paterna: "I miei figli soffrono e hanno bisogno del loro padre".

Bossetti infine ha voluto ringraziare anche la giornalista Azzurra Barbuto, che gli ha dedicato la risposta in una sua lettera: "È confortante questa vostra bella frase (Non perdere la speranza noi siamo con te, ndr) nonostante quello che si vive all’interno di quattro mura.

A tutta la redazione un forte abbraccio, vi voglio bene".

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