Ondata di furti sacrileghi nelle chiese campane

I templi sacri diventano dei veri e propri "bancomat" per i ladri in cerca di soldi facili e preziosi. Nel mirino dei criminali anche le statuine del presepe.

Ondata di furti sacrileghi nelle chiese campane

Ondata di furti sacrileghi nelle chiese campane: a Caserta i ladri hanno razziato arredi sacri antichi mentre a Portici, nel napoletano, sono stati rubati i pastori del presepe allestito dai volontari e dalla parrocchia. È l’annus horribilis, questo 2016, in cui i ladri sacrileghi si sono letteralmente sbizzarriti in tutta la Campania arrivando persino, qualche mese fa, a sottrarre i soldi delle offerte dei fedeli a San Gennaro, a Napoli.

Gli ultimi colpi sono avvenuti a Sessa Aurunca, in provincia di Caserta dove nella chiesa dell’Annunziata i ladri, tuttora ignoti, hanno portato via dall’altare un crocifisso risalente all’Ottocento e si sono appropriati di turiboli antichi, aspersori e alcuni secchielli. Solo qualche giorno fa, in un altro raid subito dalla stessa chiesa, erano stati portati via nove putti in legno e argento risalenti al Settecento e che erano sottoposti, in quei giorni, a un’operazione di restauro. S’è scoperto che per appropriarsi degli angioletti, i ladri si sono introdotti nel tempio approfittando proprio di alcuni ponteggi che hanno consentito loro di entrare passando dal tetto.

A Portici, nel napoletano, dei criminali tuttora senza volto hanno portato via le statue dei pastori dal presepe allestito dalla locale parrocchia dedicata al Sacro Cuore di Gesù e dai gruppi di volontari all’interno del teatro intitolato a don Peppe Diana. In città, già l’anno scorso, s’era registrato un episodio simile che aveva preso di mira un altro presepe. Il parroco, don Giorgio Pisano, ha pesantamente condannato il furto e, intervistato dal Mattino, ha ammonito che “occorre far percepire il giusto senso di colpevolezza a chi ha compiuto questo crimine” e ha spiegato che “chi ha rubato è un disonesto che non ama la città”.

Ma il fenomeno dei furti in chiesa è sentito in ogni angolo della Campania, dove i templi diventano dei veri e propri “bancomat” frequentati da ladri di ogni risma che spesso colpiscono più e più volte all’interno della stessa struttura, senza ritegno e senza riguardo al sentimento religioso delle comunità. In provincia di Avellino, a Mirabella Eclano, nel giorno dell’Immacolata, venne rubata nella chiesa del Santo Rosario, letteralmente strappata via dalla statua della Madonna Addolorata, il cuore in ottone trafitto dalla spada e un crocifisso. Stesso colpo, identico a quello avvenuto poco tempo prima in cui i ladri avevano portato via dall’effigie santa lo stesso oggetto sacro.

Altri furti "facili" si sono registrati, nel solo mese di dicembre, anche in provincia di Salerno. In questo caso alcuni banditi, approfittando del fatto che il sacerdote fosse impegnato a celebrar messa nella parrocchia di Santa Maria di Costantinopoli a Castel San Giorgio, gli hanno ripulito la canonica.

Il colpo più eclatante dell'anno, però, è stato messo a segno a settembre, a Napoli dove i ladri hanno messo le mani nella cassetta delle offerte in denaro dei fedeli a San Gennaro. La gang ha svuotato la cassaforte custodita in un locale vicino alla curia dove, dopo la celebrazione delle cerimonie in onore al Santo Patrono della città partenopea, i sacerdoti avevano riposto la cifra di circa 10mila euro.

Un blitz che ha ricordato a molti il celebre film degli anni '60 con Nino Manfredi "Operazione San Gennaro", in cui una banda progettava di appropriarsi del tesoro del Santo e il cui colpo, invece, fallirà (anche) a causa della devozione e del rispetto popolare verso il sacro.

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