Le nuove cifre sull'immigrazione fanno riflettere. Oltre 218.000 migranti hanno attraversato il Mediterraneo nel mese di ottobre: lo affermano gli ultimi dati dell’Onu, precisando che si tratta di un numero mensile record. Sulle coste europee sono arrivati 218.394 migranti, mentre nel mese di settembre erano stati 172.843 persone. Si tratta di una cifra superiore addirittura al totale di tutti i migranti arrivati nel 2014, pari a 216.054. Più della metà di loro sono fuggiti dalla guerra civile in Siria.
Il portavoce dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati ha spiegato che i dati mostrano anche una quantità impressionante di arrivi in un singolo giorno nel corso del mese: il 20 ottobre, ben 10.006 persone sono sbarcate in Grecia. Intanto l’Austria introduce l’asilo a tempo. Per contrastare il flusso di migranti, la Grosse Koalition austriaca ha deciso di inasprire le regole del diritto d’asilo e ha trovato l’accordo per garantire, a partire dal 15 novembre, asilo soltanto per tre anni. Lo ha comunicato il ministero dell’Interno di Vienna. Alla scadenza, il permesso di restare in Austria decadrà automaticamente. Una nuova verifica stabilirà se sussistano ancora i motivi per accordare un prolungamento dell’asilo.
Le nuove regole sull’asilo verranno approvate a dicembre, ma la loro validità sarà retroattiva al 15 novembre, ha aggiunto in una nota il ministro dell’Interno Johanna Mikl-Leitner. Altre misure di inasprimento dell’accoglienza contemplate dal ministero dell’Interno austriaco riguardano i ricongiungimenti. I migranti cui non viene riconosciuto il diritto d’asilo ma solo la cosiddetta ’tutela sussidiaria, dovranno attendere 3 anni prima di poter portare i propri familiari in Austria. Finora l’attesa durava soltanto un anno. Si tratta di una misura che toccherà soprattutto i migranti afghani, ai quali viene spesso riconosciuta la ’tutela sussidiarià, una sorta di asilo in versione light. Si tratta di migranti i cui casi non rientrano all’interno dei criteri dello status dei rifugiati riconosciuto dalla convenzione di Ginevra, ma per i quali sussistono reali pericoli in caso di rientro in patria (pena di morte, tortura, violenze).
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