Coronavirus

Ora spuntano pure i "No hub": "Un ricatto tra salute e istruzione"

A Iseo (Brescia) studenti e professori protestano per l'apertura del centro vaccinale nella palestra. L'ira di Bertolaso: "Si tirano la zappa sui piedi"

Ora spuntano pure i "No hub": "Un ricatto tra salute e istruzione"

Dai "no vax" ai "no hub" il passo è stato breve ma concreto. Così, per la prima volta in Italia, ieri si è occupata una palestra che dovrà tornare ad essere adibita ad hub vaccinale garantendo la copertura delle terze dosi per almeno 300 mila residenti dell’area intorno al Sebino. Il palasport dell’istituto Antonietti di Iseo (Brescia) è stato assediato da un centinaio di studenti in protesta, mentre parte degli insegnanti e le associazioni che svolgono attività sportive nell’impianto hanno scritto alle istituzioni per evitare il blocco delle attività per effettuare le terze dosi. Sul "no" all’apertura dell’hub vaccinale si sono schierati anche i responsabili della società Basket Iseo che hanno interpellato le autorità sanitarie, amministrative e scolastiche, sottoscrivendo lettere di protesta contro l’utilizzo della palestra dove fanno educazione fisica 1.500 alunni e 66 classi. Intanto il comune di Iseo si è impegnato a trovare al più presto una soluzione. “Mi dissocio da questa manifestazione - ha spiegato Marco Ghitti, sindaco di Iseo - chi manifesta non capisce qual’è la gravità della situazione in questo momento”. Da Regione Lombardia il coordinatore della campagna vaccinale, Guido Bertolaso, non ha usato mezze parole: “Chi protesta si sta tirando la zappa sui piedi da solo. Manifestare in questo momento è inopportuno, si rischia il diffondersi dell'epidemia e così poi la chiusura delle scuole”.

Dal canto loro gli studenti hanno messo le mani avanti. “Non stiamo assolutamente protestando, e questo è bene metterlo in chiaro dall’inizio, contro la campagna vaccinale in sé, la cui riuscita crediamo essere fondamentale per affrontare la pandemia", spiega Gilberto Genesi, rappresentante di istituto IIS Antonietti, in un comunicato firmato anche da Alessandro Di Miceli, dell' esecutivo Unione degli Studenti Lombardia. Gli studenti hanno però sottolineato come non accetano di "essere sottoposti a un ricatto tra diritto alla salute e diritto all’istruzione". "Sappiamo che sono presenti diverse altre opzioni per la realizzazione di questo hub - hanno precisato -, e per questo richiediamo un tavolo di confronto permanente per noi studenti con Comune, Provincia e Prefettura, in cui potersi confronta è trovare una soluzione che non contempi l’utilizzo del Palantonietti. Siamo e saremo sempre disponibili al confronto, ma non accetteremo di essere presi in giro, soprattutto su questioni di questo tipo". A supportare gli studenti anche diversi professori e l’Unione degli Studenti, organizzazione studentesca nazionale e indipendente. “Questo fatto, indubbiamente grave, non è qualcosa di casuale, ma si verifica all’interno di una situazione critica nel suo complesso che da molto tempo vivono l’edilizia scolastica e il diritto allo studio in Lombardia e in Italia”, ha sottolineato Alessandro Di Miceli dell’Unione degli Studenti Lombardia.

Gli studenti hanno annunciano che le proteste non finiranno e che sit-in dei "no hub" non finiranno proseguendo con modalità diverse anche nelle prossime settimane.

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