Cronache

Oristano, padre accusato di stupro scagionato dai figli: "Colpa di mamma"

Il 49enne è stato assolto per non aver commesso il fatto grazie ai ragazzi che anni prima lo avevano accusato

Oristano, padre accusato di stupro scagionato dai figli: "Colpa di mamma"

Dopo 15 anni di iter giudiziario e quattro di carcere Saverio De Sario può tornare a casa grazie alla nuova verità raccontata dai figli: "Nessuno stupro da nostro padre".

Secondo quanto riporta l'Unione Sarda, era il 2000 quando l'autotrasportatore 46enne di Abbasanta (Oristano) si è ritrovato a rispondere di un reato gravissimo: violenza sessuale nei confronti dei due figli che all'epoca avevano 12 e 9 anni. L'accusa di stupro veniva proprio dai suoi bambini. Così è iniziato il processo che, nel corso di 15 anni, è arrivato al terzo grado di giudizio. L'uomo è condannato a nove anni e rinchiuso nel carcere di Terni, in Umbria.

Il primo colpo di scena risale al settembre 2015. Michele e Gabriele, i due figli di Saverio, ritrattano le accuse, raccontano una versione molto diversa dei fatti e convincono i giudici della Corte Costituzionale a ordinare la revisione del processo. Da qui deriva l'ultima sentenza, quella pronunciata ieri dalla Corte d'Appello di Perugia: "Assoluzione perché il fatto non sussiste e immediata scarcerazione". La felicità di figli è incontenibile: "Lo abbiamo resuscitato e noi ora siamo le persone più felici del mondo – grida Gabriele – Papà non meritava di passare altri giorni in carcere da innocente. Non ci ha mai sfiorato, era stata nostra madre a costringerci a raccontare quelle bugie. Quando siamo diventati grandi abbiamo capito la gravità della situazione e abbiamo deciso che fosse arrivato il momento di fare qualcosa. Ora ci riprendiamo la vita insieme".

Sei ore dopo la sentenza, De Sario lascia il carcere: "Ero quasi certo che sarebbe finita così - racconta a La Stampa - le contraddizioni erano evidenti, era fin troppo chiaro che le accuse si basavano solo su invenzioni. Ma se sono tornato libero, e se non sono morto in cella, lo devo ai miei figli, che hanno avuto il coraggio di raccontare tutta la verità. In questo sono stato fortunato, tanti altri si ritrovano dietro le sbarre senza colpe e senza l'appoggio di qualcuno che abbia la forza di gridare per loro". E conclude: "Chi si ritrova dietro le sbarre con quell'accusa si ritrova subito a essere trattato peggio degli altri detenuti, isolato da tutti, guardato con maggiore diffidenza. Io non sono mai stato maltrattato, ma la situazione è stata davvero molto difficile. La risonanza che i giornali e le tv hanno dato alla nostra storia mi ha aiutato tanto: gli altri reclusi e anche gli agenti avevano capito che stavo là dentro senza colpe. E per questo ho goduto fino a oggi del massimo rispetto da parte di tutti.

Finché non è arrivata l'assoluzione, comunque, era soltanto una magra consolazione".

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