Cronache

Palermo, detenuti stranieri accusano agenti: smentiti dai referti

Invitati a lasciare le celle per andare a fare la doccia, i nordafricani si erano ribellati, rispondendo in malo modo ai poliziotti. Chiamati per ricevere una sanzione disciplinare, avevano denunciato di essere stati pestati dai poliziotti. I referti medici li incastrano, ed il giudice li condanna

Palermo, detenuti stranieri accusano agenti: smentiti dai referti

Due detenuti marocchini hanno tentato di accusare alcune guardie penitenziarie del carcere Pagliarelli di Palermo, affermando di essere stati da loro picchiati in cella, ma i referti medici li hanno smentiti. È andata male al 38enne Y.F. ed al 30enne O.H., ora condannati per oltraggio a pubblico ufficiale e calunnia.

Tutto ha avuto inizio nel lontano gennaio 2014. Invitati dagli agenti penitenziari a lasciare le loro celle per recarsi nei bagni e fare la doccia, entrambi i marocchini si erano rifiutati, rispondendo in malo modo agli uomini in divisa.

"Sei un malato di mente", aveva detto Y.F. ad un poliziotto, come scritto nella sentenza riportata da "PalermoToday". "Non devi rompere i co****ni", aveva invece intimato il 30enne ad un assistente capo, avvicinandosi con fare minaccioso.

Un simile comportamento aveva naturalmente fatto scattare un provvedimento disciplinare, ma i marocchini cercarono di volgere la situazione a loro vantaggio, affermando dinanzi ai superiori di essere stati pestati dagli agenti.

Da qui le indagini, che hanno fortunatamente portato a galla la verità, scagionando i poliziotti tirati in causa. Le prime visite del medico del penitenziario sui due detenuti avevano in realtà già rivelato l'inganno. Nessuno dei due nordafricani, infatti, presentava sul corpo i segni di un'aggressione. "Il 38enne non presentava alcun segno di percosse in esito al diverbio con gli agenti di polizia penitenziaria", si legge nella relazione medica messa a disposizione del giudice.

I marocchini sono stati dunque accusati di calunnia, motivo che ha spinto la loro difesa a trovare delle attenuanti. I legali hanno prima tentato di porre l'attenzione sul fatto che la vicenda non si è verificata in un luogo pubblico – tesi respinta, in quanto il penitenziario"è certamente un luogo all’interno del quale è consentito l’accesso di persone istituzionalmente autorizzate" -, e poi cercato di ottenere la non punibilità per tenuità del fatto. Tutto vano.

Il giudice della quinta sezione penale del tribunale di Palermo Nicola Aiello ha condannato il 30enne O.H. a 6 mesi per oltraggio a pubblico ufficiale, ed il 38enne Y.F. a 2 anni e 6 mesi per oltraggio a pubblico ufficiale e calunnia. Non solo. I due saranno tenuti a pagare per intero le spese del processo.

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