Coronavirus

Addio pandemia, ora è sindemia di Covid: cosa cambia

Da pandemia a sindemia, muta lo scenario internazionale imposto dal Covid. L'enorme successo della campagna vaccinale italiana ha dato gli esiti sperati: ecco cosa ha detto il presidente dell'Iss, Brusaferro

Addio pandemia, ora è sindemia di Covid: cosa cambia

La pandemia Covid-19 si sta trasformando: il virus non solo sta diventando endemico, ossia una malattia infettiva presente in pianta stabile in una determinata regione o popolazione, ma dobbiamo abituarci a vederla anche dal punto di vista di una sindemia. Ma cosa vuol dire questo termine? Come riporta la Treccani, si tratta dell'insieme "di problemi di salute, ambientali, sociali ed economici prodotti dall’interazione sinergica di due o più malattie trasmissibili e non trasmissibili, caratterizzata da pesanti ripercussioni, in particolare sulle fasce di popolazione svantaggiata".

Sindemia applicata al Covid

Il concetto lo ha ribadito Silvio Brusaferro, presidente dell'Istituto Superiore di Sanità nel corso di un convegno dedicato alla salute pubblica durante la pandemia Sars-CoV-2. "Dobbiamo considerare questa pandemia dentro una logica di sindemia, dove cioè aspetti biologici e aspetti sociali interagiscono e nella loro interazione si definiscono anche i livelli di rischio e di suscettibilità delle persone e delle comunità", che poi è l'obiettivo della sanità pubblica. Il termine è stato introdotto dal medico e antropologo americano Merril Singer e deriva dalla fusione di quattro parole: sinergia, epidemia, pandemia e endemia. Spiega gli effettii negativi causati tra due o più malattie su persone e società.

Una visione sindemica esamina il motivo per cui alcune malattie si raggruppano colpendo sia il singolo ma anche gruppi di individui, qual è il percorso biologico all'interno del singolo e nelle popolazioni moltiplicando il loro potenziale di malattia. In questo modo, particolarmente esposti a una sindemia sono i popoli più vulnerabili ma anche "le condizioni di disuguaglianza sociale e ingiustizia" che "contribuiscono al raggruppamento e all'interazione delle malattie". Questa branchia dell'antropologia e della scienza serve a esaminare le conseguenze su come molte patologie, in questo caso il Covid, interagiscano con un mondo globalizzato da miliardi di persone e il modo in cui questa interazione possa peggiorare una malattia. Comprendere questi meccanismi darà origine a prognosi mirate come le politiche sanitarie che ragionano in termini di sanità globale.

"Cosa succede grazie ai vaccini"

Nel suo intervento al convegno, poi, Brusaferro ha lodato il grande successo della campagna vaccinale italiana come dimostra la curva dell'incidenza della pandemia aggiornata a questa settimana, soprattutto nella fascia di età over 50. "Si riducono i ricoveri, si riducono anche le infezioni e praticamente quasi si azzerano o comunque si riducono moltissimo sia gli impegni rispetto alla terapia intensiva sia il rischio di mortalità". Il Covid non è ancora vinto del tutto, c'è un aumento dei contagi ma calano i ricoveri ospedalieri. Le mutazioni, come la variante Omicron, sono fermate e frenate dai vaccini che evitano le forme gravi della malattia. E il paragone va inevitabilmente con quanto accaduto due anni fa.

"Guardare i numeri di casi censiti nella prima ondata rispetto a quelli di quest'ultima con la variante Omicron, ci dà la dimensione di come sia evoluta la pandemia ma anche come la nostra capacità di gestione sia evoluta", conclude Brusaferro.

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