Cronache

Il Papa dice "no" a nevrotici e omosessuali nei seminari

Papa Francesco, all'interno di un libro-intervista, ha indirizzato la Chiesa sulla selezione delle persone da far entrare nei seminari

Il Papa dice "no" a nevrotici e omosessuali nei seminari

Emergono nuovi dettagli sul pensiero di papa Francesco riguardo alla possibilità per le persone con tendenze omosessuali di accedere o no alla vita consacrata, quindi in quella del seminario.

La questione era balzata agli onori delle cronache per via della pubblicazione di un libro-interviste, uscito all'inizio di questo mese e intitolato La forza della mia vocazione.

Bergoglio, per il tramite dei virgolettati rilasciati, si è detto preoccupato per quella che, a suo parere, sembrerebbe essere diventata una moda. "Nella vita consacrata e nella vita sacerdotale - ha scandito senza mezzi termini - , non c'è posto per quel tipo di affetti". "Per questo motivo - ha continuato - , la Chiesa raccomanda che le persone con questa tendenza radicata non siano accettate nel ministero o nella vita consacrata. Il ministero o la vita consacrata non sono il loro posto". Ma il tema va affrontato con grande attenzione. L'ex arcivescovo di Buenos Aires, come si apprende su Aleteia, è arrivato a parlare di una realtà che non può essere negata.

Lo ha fatto attraverso il racconto il caso di un vescovo "scandalizzato" a causa del numero di sacerdoti con tendenze omosessuali facenti parte di una diocesi definita "molto grande". Adesso, però, conosciamo pure la visione del vescovo di Roma sulle persone afflite da nevrosi. Almeno, anche in questo caso, in funzione delle chanches che queste hanno di divenire sacerdoti. E il vescovo di Roma, pure in questa circostanza, ha ribadito il suo "no": "Quando vi sono candidati con nevrosi e squilibri forti – si legge nell'intervista – difficili da poter incanalare anche con l’aiuto terapeutico, non li si deve accettare né al sacerdozio né alla vita consacrata. Bisogna aiutarli perché facciano altri percorsi, senza abbandonarli. Occorre orientarli, ma non li dobbiamo ammettere".

L'accoglienza, in sintesi, deve essere garantita a tutti dalla Chiesa cattolica.

Un indirizzo diverso, invece, il Papa lo ha voluto dare in riferimento alla consacrazione, che deve essere sottoposta a dei limiti precisi.

Commenti