Il Papa sugli abusi: "Rimedio non sia peggiore della malattia"

Il Papa, attraverso una lettera ai vescovi americani, ha chiesto di adottare un nuovo atteggiamento per contrastare gli scandali che stanno minando la credibilità della Chiesa cattolica

Il Papa sugli abusi: "Rimedio non sia peggiore della malattia"
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Papa Francesco ha deciso d'aprire l'anno tuonando ancora una volta contro la pedofilia. Il Santo Padre è tornato sull'argomento, inoltrando una missiva ai vescovi americani. Quelli che prenderanno parte agli esercizi spirituali in programma, per questi giorni, nel seminario di Mundelein, a Chicago.

La Chiesa cattolica americana, nel corso del 2018, è stata travolta da una serie di scandali, che ne hanno minato la credibilità.

Lo stesso è accaduto in Cile e in Australia. In America, però, le vicende hanno coinvolto pure alti prelati. Tra questi, l'ex cardinal McCarrick, cui il pontefice argentino ha tolto la porpora, e il cardinal Donald Wuerl, che ha rinunciato all'arcivescovato di Washington pure in seguito ad accuse relative a una presunta cattiva gestione di alcuni episodi del passato.

Prescindendo dai singoli casi, per il Santo Padre quanto emerso ha "creato un'impronta e una ferita profonda nel cuore del popolo fedele". Questi comportamenti, poi, "hanno riempito di perplessità, sconcerto e confusione". L'ex arcivescovo di Buenos Aires ha voluto mettere in evidenza gli effetti nefasti di un atteggiamento che deve mutare: "La credibilità della Chiesa - si legge nella lettera - si è vista fortemente messa in discussione e debilitata da questi peccati e crimini, ma specialmente dalla volontà di volerli dissimulare e nascondere, il che ha generato una maggiore sensazione di insicurezza, di sfiducia e di mancanza di protezione nei fedeli".

Le coperture e i tentativi d'insabbiamento, insomma, hanno alimentato un quadro già di per sè raccapricciante. Ecco perché diviene sempre più necessario adottare un "nuovo atteggiamento". Bergoglio, come i lettori ricorderanno, ha convocato un summit straordinario. Tutti gli episcopati del mondo, durante il mese di febbraio, dovranno recarsi in Vaticano per discutere di prevenzione. Ma la Chiesa, in questa complicata fase storica, non è sola.

Il Papa lo ha ricordato ai presuli statunitensi, sottolinenando che "il Signore sapeva molto bene che, nell'ora della croce, la mancanza di unità, la divisione e la dispersione, come anche le strategie per liberarsi di quell'ora, sarebbero state le tentazioni più grandi che avrebbero vissuto i suoi discepoli; atteggiamenti - ha proseguito il vescovo di Roma - che avrebbero sfigurato e ostacolato la missione. Per questo - ha specificato - Lui stesso chiese al Padre di prendersi cura di loro affinchè, in quei momenti, fossero una cosa sola come loro e nessuno si perdesse...".

Questi tempi, però, rimangono "burrascosi". Tanto che "la ferita nella credibilità" non può essere guarita da "decreti volontaristici o stabilendo nuove commissioni o migliorando gli organigrammi di lavoro come se fossimo capi di un'agenzia di risorse umane". Bisogna trovare altre strade, che il Papa ha individuato negli "sforzi che faremo per rompere il circolo vizioso del rimprovero, della delegittimazione e del discredito".

Ma è necessario anche evitare "la mormorazione e la calunnia, in vista di un cammino di accettazione orante e vergognosa dei nostri limiti". Il "rimedio", in sintesi, non può e non deve rivelarsi peggiore "della malattia".

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