Diciamo la verità: se avessero candidato Giggino Di Maio nel collegio di Albino contro Daniele Bellotti, leghista, non solo avrebbe perso, ma sarebbe arrivato terzo. Qual è, dunque, il suo merito? E quale di Raffaello Mautone, cinquino ventisettenne, eletto nel collegio di Casoria con il 58% dei voti? Se lo avessero candidato nel collegio di Vigonza avrebbe perso dal venticinquenne Alberto Stefani, leghista. Che dati sono questi? I dati di elezioni che hanno umiliato e annichilito i candidati, subordinandoli alle liste, in aree geografiche dominate da un voto automatico con percentuali previste.
Le stesse che, nell'assurdità della legge, hanno fatto perdere in Lombardia tutti i collegi uninominali ai Cinque Stelle. Nel mio caso avrei potuto evitare di misurarmi con Di Maio, per presentarmi soltanto nel collegio di Ferrara, dove sono stato eletto. E dove, naturalmente, il meraviglioso candidato dei 5 Stelle è arrivato terzo. Ma che elezioni sono state, e quale menzogna è stata diffusa, con dati elettorali che nulla hanno a che fare con il valore e il credito dei candidati?
Di Maio avrebbe perso in qualunque collegio del nord, Renzi in qualunque collegio del sud.
Salvini, in compenso, non era candidato in nessun collegio uninominale, ma solo nel proporzionale. Dunque: contro chi ha vinto? Alle prossime elezioni, se avrà coraggio, sfido Di Maio a candidarsi a Ferrara. E mi piacerebbe non saperlo protetto nel proporzionale.
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