Economia

È scattato lo sciopero dei versamenti: "Non pagheremo queste tasse"

Paolo Bianchini, presidente di Mio (Movimento Imprese Ospitalità), spiega a ilGiornale.it la decisione di avviare un'azione legale conto il pagamento delle tasse a partire dal marzo del 2020 in poi

È scattato lo sciopero dei versamenti: "Non pagheremo queste tasse"

“È l'ora della disobbedienza fiscale”. Paolo Bianchini, presidente di Mio (Movimento Imprese Ospitalità), spiega così a ilGiornale.it la decisione di avviare un'azione legale conto il pagamento delle tasse a partire dal marzo dell'anno scorso, mese di inizio del lockdown, in poi.

Perché avete deciso di intraprendere questa azione legale?

“Perché il nostro settore ha avuto un crollo del 57% media Nazionale, con dei picchi del 70/80 anche 100%. Basti pensare che ci sono aziende che da marzo dell’anno scorso non hanno mai piu riaperto. Poi, il nostro ordinamento giuridico prevede 'l'impossibilità di poter pagare', figuriamoci se non ce la riconoscono in un'epoca di pandemia mondiale come questo”.

Chi sono precisamente gli imprenditori che hanno aderito alla vostra iniziativa?

“Ristoranti, alberghi, bar pizzerie, pub, negozi, grossisti, distributori e liberi professionisti con partita Iva. Tutti lavoratori che non riescono a pagare la miriade di tasse e balzelli vari, quando la pressione fiscale è ormai arrivata al 70% degli incassi. Il tutto a fronte di un crollo del fatturato del -57%, una cifra altissima che in alcuni settori arriva fino al -95%”.

Quali sono le tasse che avete deciso di smettere di pagare?

“Gli aderenti alla nostra iniziativa hanno bloccato il pagamento della Tari, della tassa sulle insegne, della Siae e dei contributi Inps, fatta eccezione la quota dipendente. Ci devono ancora spiegare perché noi, perlopiù piccoli imprenditori, dobbiamo pagare la tassa sulle insegne, se da mesi ci obbligano di tenerle spente”.

Eppure nell'immaginario collettivo gli operatori del settore turistico e della ristorazione vengono tacciati d'essere evasori fiscali. Come risponde a tale accusa?

“La cruda realtà è che, già prima del covid, facevamo fatica a chiudere in positivo alla fine del mese quando incassavamo il 100% , figuriamoci adesso con un calo di lavoro del 50/60/70%. Ci rimane solo il nostro funerale commerciale, altro che evasori fiscali...”.

Ma come difenderete gli aderenti alla vostra iniziativa?

“Ad aiutarci in questa battaglia c'è un pool di avvocati e commercialisti, pronti a difendere i piccoli imprenditori che assisteranno già dall'arrivo del primo avviso di pagamento. Presenteranno immediatamente un ricorso e offriranno la loro copertura legale fino al terzo grado di giudizio”.

Non temete di perdere la vostra battaglia?

“Tra ricorsi, e vari gradi di giudizio passeranno circa 5-7 anni, prima che arrivi una sentenza definitiva. Sicuramente, troveremo un accordo prima, ma intanto per due o tre anni non paghiamo nulla e non corriamo alcun tipo di pignoramento. E, in ogni caso, è una battaglia che dobbiamo vincere.

Il comparto dell’ospitalità a tavola (Horeca) vale il 30% del Pil, senza di esso l’economia italiana tutta non potrà mai ripartire e i piccoli imprenditori non possono ricorrere agli usurai per pagare le tasse”.

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