La partita finisce 20 a 0. Ma questo è calcio?

In serie C la Pro Piacenza manda in campo 7 ragazzini. Il Cuneo senza pietà

La partita finisce 20 a 0. Ma questo è calcio?

Il cimitero dell'asterisco. La Lega Pro, la Serie C, come la chiamiamo noi nostalgici di un'epoca in cui c'erano meno mezzi di comunicazione e quindi non ci arrivavano le malinconiche immagini di Cuneo-Pro Piacenza undici contro sette, risultato 20-0, è la collina degli stivali degli asterischi, dei punti di penalizzazione, delle società in via di estinzione. Talvolta ci accorgiamo di quello che accade di sotto, ma per poco. Il calcio per noi è il posto delle fragole di Cristiano Ronaldo, della Var, dei presidenti che vorrebbero abolire la provincia e quando assistiamo a questi spettacoli la tentazione di sostenerli è forte. Il filmato di Cuneo è impietoso, non solo per la farsa sportiva, per i venti gol a zero, per il senso di inutilità che trafigge (...)

(...) chi guarda, per i ragazzi mandati allo sbaraglio, ma anche per il luogo, un campo semi-spelacchiato, posti vuoti che risaltano sugli spalti, le case che incombono sul terreno, la neve ammonticchiata, gli oggetti abbandonati oltre la linea di fondo. Anche i giocatori del Cuneo, ve li raccomandiamo. Potevano fermarsi prima, palleggiare, girare in tondo, invece di infierire e «provare vergogna» solo alla fine, via social, come ha fatto il capitano Santacroce, ex Napoli e Parma.

«Una pagina nera del calcio», sentenzia il fresco presidente della Lega Pro Francesco Ghirelli. «Sarà l'ultima farsa», annuncia il capo del calcio italiano, Gabriele Gravina. Entrambi frequentano questa serie da molti anni, non dovrebbero scandalizzarsi in questo modo, dovrebbero conoscere la situazione. Nella dichiarazione di Gravina, tra l'altro, c'è un'assunzione di colpa. Significa che, essendo stato lui stesso al vertice di questa Lega, se siamo all'ultima farsa, cosa di cui dubitiamo, significa che prima ce ne sono state altre.

La verità è che sui media quello che accade sotto la Serie B, anzi, da metà serie B in giù, rappresenta un mistero doloroso. Passata la tempesta in un bicchiere per i magnifici sette, massaggiatore compreso, infortunato e caduto sul campo dell'onore, del Pro Piacenza mandati allo sbaraglio a Cuneo, ritorneremo a interessarci di Icardi e Wanda Nara, di Ronaldo e Dybala, di Hamsik e Piatek.

La Lega Pro, lo dice il nome, è una Lega «professionistica» ed è questo il punto. Se Ghirelli e Gravina pensano di risolvere i problemi con leggi e leggine, controlli e ispettori, di Cuneo-Pro Piacenza ce ne saranno ancora. L'unica strada da percorrere non è quella della giustizia o della morale, ma quella del cambiamento. Già all'inizio del Terzo Millennio, Giorgio Tosatti invocava una riforma dei campionati con la riduzione del numero delle squadre in serie A, B e C e un vero semi-professionismo in quest'ultima, in modo da ridurre le spese, soprattutto il costo del lavoro, cioè gli stipendi dei calciatori.

È per questo che dubitiamo che sia l'ultima farsa. Chiunque abbia accennato a un piano per trasformare in un senso più sostenibile il calcio italiano, è stato respinto con gravi perdite. Ma per evitare altri Cuneo-Pro Piacenza si passa solo di qui.

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