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Pavia, gli occupano il box e poi lo pestano a sangue

"Mi hanno picchiato e inseguito con coltello e spranghe dopo che gli avevo chiesto di liberare la mia proprietà. Quanto dovrò aspettare per riavere la mia proprietà?"

Pavia, gli occupano il box e poi lo pestano a sangue

Brutto fine settimana per Marco De Vita, 39 anni, della provincia di Pavia. Venuto a sapere che il box di sua proprietà, in una palazzina di Castello d'Agogna (Pv), era stato occupato abusivamente, si è recato sul posto (lui abita da un'altra parte) per rendersi conto di persona di quanto stava accadendo e rientrare in possesso dell'immobile. "Appena mi sono avvicinato al box - racconta - sono stato raggiunto da un nordafricano che stava caricando e scaricando merce di dubbia provenienza da un furgone. Prima mi ha intimato di andarmene e subito dopo mi ha aggredito con calci e pugni cercando di afferrare delle spranghe di ferro che aveva a portata di mano".

Ovviamente De Vita non è rimasto a guardare e ha cercato di difendersi. Con destrezza è riuscito a portare a terra l'aggressore, mettendolo in posizione di strangolamento. Ma a quel punto è stato colpito alle spalle da altri nordafricani e subito dopo è arrivata una donna che gli è andata incontro armata di coltello. Circondato e solo contro diverse persone, ha liberato l'uomo che teneva bloccato e si è allontanato velocemente. I nordafricani l'hanno inseguito, uno di loro, quello con cui era nato l'alterco, armato di una spranga da cantiere di circa due metri. L'inseguimento è andato avanti per alcuni minuti, lungo la via principale del paese (la SS 494): "Per fortuna a un certo punto ho visto arrivare a soccorrermi il fabbro che avevo chiamato per cambiare la serratura del mio box".

Subito dopo De Vita si è presentato alla stazione dei carabinieri di Mortara per sporgere denuncia. Gli uomini dell'arma si sono subito recati sul posto e sono riusciti a identificare i due aggressori (l'uomo e la donna armata di coltello): "Questi ultimi - prosegue De Vita - hanno continuato a minacciarmi e insultarmi, con tanto di sputi, continuando a fare i padroni del mio box".

A questo racconto, triste e inquietante, si deve aggiungere un altro grave dettaglio: De Vita ha dovuto chiamare il carroattrezzi perché, durante la sua fuga, gli avevano tagliato le gomme dell'auto. Doppio danno, dunque: il box occupato e le gomme dell'auto fuori uso. E per le botte subite, di cui porta ancora i segni sul volto, si è dovuto far medicare al pronto soccorso. Ancora oggi è molto dolorante per i colpi presi, specie alla testa.

"I carabinieri mi hanno detto di denunciare gli occupanti e di produrre i documenti attestanti la proprietà del box". Cosa che farà quanto prima. De Vita non pretende vendette chiede solo di rientrare in possesso di quanto gli è stato tolto. "E chi si è appropriato del mio box ne risponda davanti alla legge", aggiunge preoccupato. Il suo timore più grande, ora, è che le istituzioni lo lascino solo: "Quanto tempo dovrà passare prima che possa tornare in possesso della mia proprietà?". E ancora: "Possibile che la palazzina dove si trova il box debba rimanere in questo stato di anarchia con diversi appartamenti e box occupati?".

La cosa ancor peggiore, aggiunge De Vita, è che "chi occupa abusivamente una proprietà altrui si senta in diritto di difenderla con violenza e strafottenza". Non c'è cosa peggiore, in effetti, dell'illegalità tollerata come cosa normale.

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