Cronache

"Il pensiero di te mi assale". Gli sms hot delle allieve a Bellomo

Spuntano gli sms delle allieve di Francesco Bellomo inviati all'ex giudice del Consiglio di Stato. ''Tu appartieni a me...''

"Il pensiero di te mi assale". Gli sms hot delle allieve a Bellomo

''Il pensiero di te mi assale''. E ancora ''Tu appartieni a me, anche se non dovessi vederti mai più''. Sono soltanto alcuni degli sms ''bollenti'' che le allieve della scuola di Diritto e Scienza avrebbero inviato all'ex giudice del Consiglio di Stato Francesco Bellomo, accusato atti persecutori nei confronti di 4 apprendiste magistrato e violenza privata ai danni di una quinta studentessa.

Le accuse nei confronti di Bellomo

Le relazioni erano emerse già nelle carte di un'inchiesta relativa al ''dress code'' imposto dall'indagato a 4 aspiranti magistrati - 3 borsiste e una ricercatrice - durante la partecipazione ai corsi presso la Scuola di formazione giuridica avanzata "Diritto e Scienza" organizzati nelle sedi di Bari, Roma e Milano. Il 9 giugno del 2019, al termine di una lunga indagine, a Bellomo era stata notificata un'ordinanza di custudia cautelare agli arresti domiciliari per i reati di maltrattamento nei confronti delle quattro donne denuciatarie a cui l'ex giudice avrebbe comandato, non solo un ''codice di abbigliamento'' ben preciso (minigonne e tacchi a spillo) ma anche ''il divieto di avviare o mantenere relazioni intime con soggetti che non raggiungessero un determinato punteggio" e quello ''di contrarre matrimonio a pena di decadenza automatica dalla borsa" (lo si apprende dalle motivazioni della ordinanza di arresto). Tuttavia, il contenuto delle conversazioni intercorse tra l'ex giudice del Consiglio di Stato e le sue cadette, ha ben presto indotto il giudice per l'udienza preliminare del Tribunale di Bari, Annachiara Mastrorilli, ad accogliere le richieste della difesa derubricando l'accusa di maltrattamenti a atti persecutori. Il 17 settembre 2020, infatti, il gup ha deciso di attenuare la misura cautelare degli arresti domiciliari con quella del divieto di avvicinamento alle quattro ex allieve. In attesa del processo, che si terrà il prossimo 3 dicembre, Bellomo si è sempre professato innocente ritenendo che fossero tutte relazioni sentimentali in piena regola. ''Casomai la 'persecuzione amorosa' l'ho subita io'', aveva dichiarato al termine della scorsa udienza. Un dubbio che, ad oggi, attanaglia gli inquirenti per quella sfilza di sms di complessa interpretazione.

Gli sms hot delle studentesse

''Tu appartieni a me, anche se non dovessi vederti mai più''. ''È stato splendido fare l'amore con te in questi giorni. Buonanotte, mio superuomo''. ''Mi lasci un vuoto''. ''Metto te sopra ogni cosa, sei la prima persona che sento al mattino e l'ultima prima di andare a dormire. Non c'è una cosa che non farei per te, ad ogni discussione scapperei lì da te ad abbracciarti, perché quando si ama una persona ogni litigio è solo uno spreco di tempo e di energie''. E ancora: ''Genio, conoscenza, sensibilità, giustizia. Tu la bellezza della perfezione''. ''Sai perché mi sono legata a te? Sei fuor di dubbio una persona eccezionale. Ma ciò che più mi ha colpita è qualcosa che va oltre le apparenze. Tu hai una purezza d'animo assoluta e una visione del sentimento altissima. Sei una persona estremamente sensibile''. Sono alcuni degli sms che, oggi, riporta il quotidiano La Nazione in un articolo a firma di Vittorio Feltri, le quattro aspiranti magistrato avrebbero inviato a Bellomo. Messaggi che, allo stato dei fatti, sembrebbero testimoniare l'estistenza di relazioni consenzienti tra l'ex giudice e le allieve, ritenute parti offese nei procedimenti. Secondo i pm, infatti, l'imputato avrebbe comandato alle giovani ''di svolgere attività sessuali ogni qualvolta lo richiedesse'' a di ''assecondare le sue volontà''. Dunque, le denunciatarie si tratterebbe di soggetti suggestionabili, influenzabili e corruttibili. Ma è davvero così che stanno le cose? In attesa che il processo fughi ogni dubbio, Feltri insinua un ragionevole sospetto: ''Preferisco quindi ipotizzare, alla luce di questi messaggi, che le dottoresse, all' epoca dei fatti donne già laureate, avvocatesse, di ottima famiglia, fossero perfettamente in grado di intendere e di volere, proprio come oggi e che fossero sincere allorché dichiaravano amore folle al loro professore, lodandone le virtù di lealtà e sensibilità. Qualità che di solito non si riconoscono a un molestatore o a uno stalker''.

Alle toghe l'ardua sentenza.

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