Perché votiamo se poi fanno quel che vogliono

Perché votiamo se poi fanno quel che vogliono

A un anno e mezzo dalle ultime elezioni viene da chiedersi a che serva andare alle urne se il rispetto che i partiti hanno del mandato ricevuto dagli elettori è pressoché zero. Nessuno pretende una corrispondenza rigorosa e assoluta tra gli impegni presi e i fatti, ma nessuno immaginava possibile uno scostamento così largo, come quello a cui stiamo assistendo, in questa sciagurata legislatura.

Rapida e sintetica carrellata. Chi votò Cinque Stelle in quanto No Tav, No Tap, No Ilva e sì accoglienza agli immigrati si ritrova, complice il suo partito, con i porti chiusi, i cantieri di Tav e Tap riaperti e l'Ilva rilanciata. L'elettore leghista immaginava la flat tax e ha avuto invece, con il sì di Salvini, la sorpresa di dovere finanziare con le sue stesse tasse l'esatto contrario, cioè quel reddito di cittadinanza capolavoro di assistenzialismo. Agli elettori di sinistra Renzi chiese un voto perché il Pd fosse l'argine al grillismo e oggi non pochi dirigenti e parlamentari, eletti anche in forza di quella promessa, si dicono invece disponibili ad allearsi a Di Maio e soci.

E ora ci si mette anche Forza Italia. Pare infatti che ci siano deputati e senatori tentati in queste ore di uscire e accasarsi alla corte di Salvini o della Meloni dopo essere stati eletti sulla promessa di controbilanciare, all'interno del centrodestra, il populismo leghista e il nazionalismo di Fratelli d'Italia. Altri, più semplicemente, sarebbero disposti ad abiurare, sull'esempio di Giovanni Toti, al berlusconismo pur sapendo di essere stati messi dagli elettori dove sono proprio in quanto dichiaratamente berlusconiani.

Questo è un Parlamento che, ovunque posi lo sguardo, sta perdendo qualsiasi legittimazione elettorale. Doveva essere quello dell'anticasta e invece si è fatto più casta dei precedenti. Si riempiono la bocca di parole come «popolo» e «cittadini», ma delle indicazioni ricevute dal popolo e dai cittadini se ne infischiano alla grande.

Pensate che bello sarebbe se i grillini facessero i grillini, i leghisti i leghisti, i berlusconiani i berlusconiani e così via.

Bello, ma dovrebbero andare tutti a casa perché non ci sarebbe nessuna maggioranza numerica coincidente con una politica. Quando una cosa nasce da una truffa - quale è il contratto di governo -, poi, per farla stare in piedi, bisogna continuare a truffare. Questo, in sintesi, è un Parlamento condannato a tradire per sopravvivere.

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