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Perché lo Zar non ha vinto

Neanche gli ucraini possono cantare vittoria e devono ingoiare dolorose mutilazioni territoriali, oltre a piangere troppi caduti

Perché lo Zar non ha vinto
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Vladimir Putin ha "vinto" la guerra in Ucraina adesso che Kiev avrebbe accettato il piano aggiornato di pace americano? Il generale Keith Kellogg, nell'intervista esclusiva al Giornale, che pubblichiamo oggi, ha risposto con un secco "no". E forse per questo potrebbe essere sempre il nuovo Zar del Cremlino a dire "niet" alla proposta di pace, scoprendo finalmente le carte ed il bluff della disponibilità alla trattativa. Se così non fosse, come tutti sperano, vale la pena spiegare ai lettori perché la vittoria, che Putin sicuramente proclamerà, sarà, al massimo, una vittoria di Pirro. L'invasione del febbraio 2022 è scattata con l'obiettivo della blitzkrieg, una guerra lampo, che nel giro di un mese, o poco più, doveva spazzare via i patrioti ucraini ed il presidente Zelensky, mettendo al suo posto un oligarca filo russo, già pronto, per riportare Kiev sotto l'ombrello di Mosca. Nulla del genere è accaduto e, al contrario, nel primo anno e mezzo di guerra le forze ucraine sono riuscite riprendersi il 50% del territorio occupato all'inizio. E lo hanno fatto con le buone, come il ritiro della colonna russa alle porte di Kiev e la ritirata da Kherson, oppure con le cattive, l'offensiva che ha ricacciato indietro l'armata di Mosca nell'Est del Paese. Kellogg fa presente nell'intervista che, dopo quasi quattro anni di guerra, la Russia ha guadagnato appena l'1% di territorio aggiuntivo dall'aggressione. Non solo: il congelamento del conflitto, in stile 38esimo parallelo coreano, avverrà nelle regioni di Kherson e Zaporizhzhia lungo la linea del fronte attuale. Putin però voleva, e lo ha previsto per legge, tutto il territorio degli oblast contesi, anche quello ancora difeso con le unghie e con i denti dagli ucraini. Nel fatidico Donbass l'unica vittoria completa è l'occupazione dell'intera regione di Luhansk, la meno importante. In quella di Donetsk gli ucraini resistono ancora sul 16% del territorio, che dovrebbe diventare neutrale e demilitarizzato, se verrà firmata la pace. In tutto la Russia controlla poi più del 20% del Paese che voleva mettere in ginocchio. Neanche gli ucraini possono cantare vittoria e devono ingoiare dolorose mutilazioni territoriali, oltre a piangere troppi caduti, senza dimenticare 360mila feriti, quasi la metà mutilati. Però la riduzione a metà delle forze armate, oppure ad 800mila uomini non è un grande successo del nemico. Si tratterebbe in ogni caso dell'esercito più numeroso dell'Unione europea.

Per dare l'idea l'Italia è difesa da appena 190mila uomini e donne in armi.

I russi avrebbero avuto, come sostiene Kellogg, oltre un milione di morti e feriti, una montagna di carne umana, di suoi compatrioti, dove Putin può piantare la bandierina della vittoria di Pirro.

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