Ci risiamo. Nuovamente. Un'altra brutale aggressione avvenuta nell'indifferenza più totale, sotto gli occhi dei passanti che hanno ritenuto meglio ignorare la gravità della situazione piuttosto che prestare soccorso o chiamare le forze dell'ordine. Questa volta è accaduto a Pescara, precisamente in Corso Umberto, dove alle ore 19.00 di un sabato affollato un ragazzo è stato pestato a sangue da un gruppetto di 14-15enni, probabilmente di origine rom. A diramare l'allarme ci ha pensato la madre poche ore più tardi: dal pronto soccorso, con il referto in mano, ha denunciato alla polizia la folle violenza ricevuta dal figlio. Trauma cranico, occhio tumefatto e lesioni per la micro infrazione del setto nasale. Prognosi di 15 giorni.
La donna, come riporta Il Centro, ha spiegato nei dettagli quanto accaduto. Il 13enne era uscito in compagnia di un gruppetto di ragazzine, con cui si è diretto nella zona della stazione: "Arrivati alle giostrine, due ragazzine hanno iniziato a fare i giochi e lui è rimasto con le altre tre. A un certo punto si è visto avvicinare da due ragazzi più grandi di lui". Uno di questi gli ha intimato di seguirlo dietro alla stazione. "Non ti seguo da nessuna parte", è stata la risposta del giovane. A quel punto sono arrivati i rinforzi: altri tre e tutti e cinque hanno iniziato a picchiarlo. Un pestaggio organizzato ed effettuato con capacità da professionisti: gli hanno tirato il giubbotto fin sopra la testa, incappucciandolo a mo’ di sacco, per colpirlo in contemporanea con calci e pugni.
La fuga e le minacce
Il 13enne è riuscito poi a scappare lungo Corso Umberto, seguito dalle amiche. Qui però è stato nuovamente fermato, nello specifico all'incrocio con via Firenze. "Se mi dici chi sono ti faccio lasciare in pace, ma ti consiglio di non dire niente né ai tuoi genitori né alla polizia, o finisci male", l'avvertimento di un aggressore. Nel frattempo altri due ragazzini lo hanno raggiunto e hanno ripreso nuovamente a sferrare calci e pugni senza che nessuno intervenisse. La donna ha raccontato: "Per fortuna mio figlio è riuscito a scappare di nuovo, si è rifugiato nella farmacia di piazza Salotto da dove mi ha chiamato".
La vittima era ormai sfinita, priva anche del suo orecchino che gli era stato strappato. È stato trasportato in ospedale accompagnato dalla madre e dal compagno. Ma quando tutto sembra essere finito e volgere per il meglio, ecco che la situazione prende una piega pericolosa: mentre viene sottoposto a tutti gli esami per escludere lesioni o traumi importanti, il ragazzo inizia a ricevere minacce sul proprio profilo Instagram da parte dei bulli. Le indagini della polizia dovranno confermarlo, ma non è da escludere che la folle aggressione possa essere stata dettata dalla gelosia per qualcuna delle ragazzine che erano con lui.
Lo sfogo
Duro è stato lo sfogo da parte della madre, che si dice basita: "L’unica cosa che mi tranquillizza è che non c’è stato niente di grave per mio figlio. Ma tutto questo è scioccante. Anche il fatto che nessuno ha fatto niente, di sabato pomeriggio, in mezzo alla principale strada cittadina. Mi fa una tristezza immensa, che nessuno ha chiamato almeno la polizia". La donna ha raccontato che suo figlio "non è un attaccabrighe, se è successo a lui sarebbe potuto succedere a chiunque.
È un ragazzino che va a scuola, fa sport con allenamenti impegnativi quasi tutti i giorni, le ripetizioni il pomeriggio. Nel tempo libero può andare al compleanno di qualcuno, e di rado esce come ha fatto sabato".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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