Leggenda narra che anni fa un'azienda sanitaria del Nord affisse in ospedale il seguente cartello: «Non prendere l'ascensore, sali a piedi. Ti fa bene». Ma poi qualcuno aggiunse a penna: «... ok, ma ti fa venire anche il fiatone!». Una vecchia disputa - quella tra l'homo pedibus («scalatore» abituale di gradini e gradoni) e l'homo pulsantibus - che ieri è tornata di particolare attualità. Il tutto «grazie» a una di quelle giornate «dedicate a...» di cui non si sentiva nessun bisogno. E così, nella hit parade delle feste «a tema» più inutili (come quelle dedicate alla mamma, al papà, alla donna, agli innamorati e via celebrando), ecco «salire» velocemente pure la «Festa anti ascensore». Risultato: ieri tutti a «fare» le scale. Per legge. Beh, «legge» si fa per dire, considerato che - almeno per il momento - non esiste un «obbligo» a «farsela» a piedi, soprattutto se la meta è un piano alto. E ciò con grande scorno degli organizzatori della «Giornata Mondiale (addirittura! ndr) senza Ascensori» che fa parte - tenetevi forte (possibilmente al corrimano della tromba delle scale) - della campagna europea «NowWeMOVE» dell'International (ma sì, esageriamo! ndr) Sports and Culture Association (Isca)». Insomma, è «merito» dell'Isca se ieri qualcuno ha trovato anche in Italia l'ascensore «sigillato» o «inutilizzabile».
Chi (in mancanza di meglio da fare...) voleva «partecipare attivamente» alla «Giornata anti-ascensore», doveva registrarsi su un apposito sito e rifornirsi di nastro segnaletico bianco e rosso con il simbolo dell'iniziativa, quindi piazzare il «divieto» in ascensori o scale mobili di «propria competenza». Ovviamente, più che singoli cittadini, erano invitati a dare il proprio contributo organizzazioni, istituzioni e aziende di ogni genere. Al contempo (bontà loro) veniva però sottolineato che chiunque «abbia necessità di usare l'ascensore deve essere libero di farlo: disabili, bambini in carrozzina, persone con dispositivi medici. Così come, in generale, chiunque non voglia prendere parte all'iniziativa». E qui scatta, invece del fiatone, un bel sospiro di sollievo. Alla faccia dell'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) secondo cui «la sedentarietà è tra i primi fattori di rischio per la mortalità globale e fare le scale a piedi (soprattutto in salita) assicura diversi benefici: si bruciano il doppio o il triplo delle calorie rispetto a quelle consumate camminando, aiuta a mantenere sotto controllo il peso corporeo, la salute di ossa, muscoli e articolazioni. Si consigliano più di 55 rampe di scale a settimana».
«Ma quando mai?», replica - quasi stizzito - l'esperto intervistato dal Giornale (vedi box qui a fianco), secondo cui gli effetti negativi delle scale superano di gran lunga quelli positivi.
Tutto il contrario di quanto dichiarato invece al Corriere.it da Gianfranco Beltrami, docente del Corso di laurea in Scienze motorie dell'Università di Parma, secondo cui «per chi non riesce ad andare in palestra o a fare sport all'aperto, salire le scale come forma di allenamento, per un ventina di minuti, rappresenta effettivamente un ottimo esercizio fisico, comodo e gratuito, in grado di apportare notevoli benefici al nostro organismo». E poi: «È un'attività di tipo aerobico che, se effettuata per una ventina di minuti, rafforza l'apparato cardiovascolare aumentando l'ossigenazione del miocardio e di tutti i tessuti, riducendo, pertanto, il rischio di malattie cardiache».
Non va però trascurata una «piccola» controindicazione: le tante pellicole
horror che al cinema ci hanno insegnato a diffidare degli ascensori killer, all'interno dei quali si viene uccisi meglio che nell'albergo di quello Psycopatico di Norman Bates. Ma questa è un'altra storia. Anzi, un altro film.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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