Cronache

La Pipistrello brilla da 50 anni

Con quel suo gusto un po' art nouveau , fa impazzire i francesi e molti sono gli architetti e i designer che l'hanno eletta a lampada preferita per la loro scrivania. È la Pipistrello della Martinelli, più che una lampada, un oggetto cult. La lampada da tavolo o da terra, ideale per creare una luce non troppo urlata, con quel diffusore ispirato, come dice il nome, alle ali di Pipistrello, compie cinquant'anni. Non li dimostra, però. È ancora moderna, mentre è diventata un pezzo da museo: il MoMa di New York ha inserito la lampada nella sua collezione permanente, simbolo del made in Italy capace di progettare oggetti utili e raffinati insieme. Se la mamma della Pipistrello è Gae Aulenti, il papà è Elio Martinelli che fondò negli anni Cinquanta l'azienda che porta il suo nome: da Lucca, un brand del light-design mondiale. Abbiamo incontrato la figlia Emiliana, che oggi segue l'azienda di famiglia che in questi giorni, oltre a esporre al Salone, apre un nuovo show-room a Milano, in via San Damiano 5. «Avevo solo quindici anni ma ricordo benissimo la genesi della Pipistrello – racconta al Giornale -: Gae Aulenti all'epoca era venuta a Lucca e presentò a mio padre questo suo progetto. Lui ne fu subito conquistato, diciamo che fu un amore a prima vista per questa lampada un po' vezzosa e femminile. Ma non andò tutto liscio». In che senso? «Come sempre accade quando si lavora nel design, passare dal disegno dell'oggetto alla sua produzione comporta tanto lavoro: ricordo ancora i pensieri e le preoccupazioni di mio padre, all'epoca. La cosa più difficile da realizzare fu la costruzione del diffusore, che è fatto ancora oggi con quei quattro spicchi molto profondi: era un progetto complesso e costoso. Ci sono stati dei momenti in cui mio padre stava quasi per mollare tutto perché non si riusciva a costruire lo stampo esatto per produrre la lampada. Non c'erano tutte le tecnologie di oggi e noi siamo un'azienda che ha sempre prodotto i suoi pezzi in sede».

Era il 1965, e quando la Pipistrello di Martinelli Luce, per la firma di Gae Aulenti, venne messa sul mercato, ebbe subito successo: «Non ce lo aspettavamo di certo, ma la lampada incontrò il gusto del pubblico, specie quello francese: è un oggetto che si adatta bene ai loro arredamenti, è una lampada morbida, non fredda». Nata solo in due colori, il testa di moro e il bianco, la Pipistrello poi ha ampliato la gamma delle sue celebri ali luminose e oggi celebra l'importante compleanno con due anniversary edition : la prima è realizzata con una doratura sottilissima in oro protetta da una vernice speciale per proteggere la finitura, la seconda è la versione luxury con una placcatura a 24 carati. La lampada, che Gae Aulenti aveva progettato per lo showroom Olivetti di Parigi, viene celebrata in questi giorni insieme ad altri oggetti iconici firmati dall'architetto scomparsa tre anni fa anche nella mostra in corso alla Triennale («Gae Aulenti: gli oggetti, gli spazi»).

Martinelli Luce festeggia il passato ma guarda al futuro: «Sono cresciuta a pane e design e il nostro stile di lavoro è rimasto lo stesso dei tempi di mio padre – ricorda Emiliana Martinelli -: rimaniamo un'azienda piccola, ma innovativa, che dialoga con i light-designer, sia giovani che affermati. Il nostro, lo diceva anche Gae Aulenti, è un lavoro da uomini, ma io non ho mai badato troppo alle etichette. Per andare avanti ed essere apprezzati anche all'estero, dove realizziamo il grosso del nostro fatturato, servono sacrificio e dedizione.

E tanta passione per questo bellissimo lavoro».

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