"Una talpa avvisò le due spie: così hanno scoperto l'indagine"

La vicenda del cyberspionaggio che ha portato all'arresto dei due "spioni" finanzieri romani si arricchisce di nuovi retroscena

Francesca Maria e Giulio Occhionero
Francesca Maria e Giulio Occhionero

La vicenda del cyberspionaggio che ha portato all'arresto dei due finanzieri romani si arricchisce di nuovi retroscena. A quanto pare, poco prima dell'arresto, Giulio Occhionero e la sorella Francesca Maria sopsettavano di essere sotto inchiesta da parte degli inquirenti. E secondo quanto riporta l'huffpost, quel dubbio è presto diventato una certezza grazie ad una talpa nella polizia che li avrebbe avvisati. Secondo quanto racconta Purgatori sull'huff, i due avevano capito da tempo di essersi ritrovati al capolinea. E così a quanto pare si erano già organizzati con pressanti richieste al gestore del servere amercano dove avevano archiviato il materiale "rubato" perché cancellasse tutti i files.

Quelle mail al gestore del servere erano diventate sempre più insistenti negli ultimi giorni al punto che la stessa Fbi si era allarmata entrando in contatto con la polizia italiana. Intanto emergono i primi numeri di questo spionaggio su larga scala. A quanto pare su circa 18mila tentativi di aprire una falla nei cellulari e nei pc di esponenti del mondo politico e della finanza, soltanto 1500 sarebbero andati a buon fine.

I magistrati che indagano adesso cercheranno di recuperare queste informazioni. Ma una cosa questa vicenda la chiarisce: la rete di sicurezza che protegge i sistemi di comunicazione ai livelli più alti è abbastanza debole e vulnerabile.

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