Ponte Morandi, una ditta interdetta dall'antimafia

Ponte Morandi, una ditta interdetta dall'antimafia

Si blocca già - almeno in parte - la ricostruzione del Ponte Morandi: la Dia di Genova ha infatti interdetto per rischio di infiltrazioni camorristiche l'impresa Tecnodem s.r.l. Unipersonale, con sede a Napoli.

La ditta si occupa di demolizione industriale di materiale ferroso e a febbraio è stata inserita tra le ditte sub-appaltatrici per la demolizione e la bonifica del ponte crollato il 14 agosto dell'anno scorso. Un appalto da 100mila euro. Secondo gli inquirenti, però, amministratrice e socio unico della Tecnodem srl sarebbe Consiglia Marigliano, consuocera di Ferdinando Varlese, 65enne di Napoli, noto alle forze dell’ordine e domiciliato a Rapallo, in Liguria, dipendente della stessa Tecnodem. Sarebbe proprio lui il presunto tramite con la camorra: nel 1986, infatti, è stato condannato dalla Corte d’Appello di Napoli per associazione per delinquere in un processo in cui erano imputati anche presunti affiliati al clan "Misso-Mazzarella-Sarno", già appartenente all’organizzazione camorristica denominata "Nuova Famiglia". Inoltre nel 2006 lo stesso Varlese è stato condannato dalla stessa corte per estorsione tentata in concorso, con l’aggravante di aver commesso il fatto con modalità mafiose. Da questo processo sarebbero emersi legami con il sodalizio camorristico "D’Amico", a cui risulterebbe legato da rapporti di parentela.

Tutti elementi che - secondo la prefettura di Genova -

potrebbero porre l'impresa subappaltatrice "in una condizione di potenziale asservimento - o comunque di condizionamento - rispetto alle iniziative della criminalità organizzata di stampo camorristico".

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