Cronache

Il popolo prolife marcia contro matrimoni gay e adozioni per omosex

Il 20 giugno, a Roma, i pro life scenderanno in piazza per manifestare contro matrimonio e adozioni gay

Il popolo prolife marcia contro matrimoni gay e adozioni per omosex

Dopo la débacle del referendum irlandese sul matrimonio gay, e dopo gli ultimi provvedimenti introdotti in Italia sul tema, come la proposta di legge Cirinnà e l’emendamento Martelli sulla “Buona Scuola”, una parte della società civile italiana ha scelto di giocare d’anticipo e di organizzare quella che potrebbe essere definita la “Manif Pour Tous di casa nostra”, il prossimo 20 giugno a Roma.

Prevenire è meglio che curare: questo è il concetto che probabilmente ha mosso tante associazioni, alcuni ambienti della Chiesa e soprattutto tante mamme e tanti papà che vogliono scendere in piazza nella Capitale, fra qualche settimana, per rivendicare il “diritto” dei loro figli ad avere una mamma ed un papà. Si prevedono, quindi, centinaia di migliaia di partecipanti da tutta Italia, al corteo che dovrebbe partire nel primo pomeriggio da piazza della Repubblica per concludersi in piazza San Giovanni, dove si susseguiranno gli interventi dei rappresentanti delle molte associazioni che hanno aderito

Antonello Brandi, presidente dell’associazione Notizie Pro Vita, una delle associazioni che furono più attive, assieme ai Giuristi per la Vita, nel far ritirare dalla circolazione nelle classi i libretti dell’Unar sul gender e sull’educazione sessuale nelle scuole, è uno dei promotori della manifestazione e ce la racconta in anteprima in questa intervista.

Marcerete per “assicurare ad ogni bambino il diritto ad avere una mamma e un papà”. Cos’è che secondo voi oggi metterebbe in pericolo questo diritto?

Prima di tutto la proposta di legge Cirinnà che equipara le unioni fra omosessuali al matrimonio e che afferma che le disposizioni contenenti le parole “coniuge”, “coniugi” o “marito” o “moglie” ovunque appaiano nel nostro ordinamento si applichino anche alle unioni civili fra persone dello stesso sesso. La legge Cirinnà apre inoltre le porte alla “stepchild adoption” che, come prevediamo, la Corte Costituzionale riterrà non costituzionale perché clausola discriminatoria e voilà: avremo le adozioni gay e la promozione dell’orribile pratica degli uteri in affitto. Inoltre, l’emendamento Martelli al DDL 2994, sulla “Buona Scuola”, che introduce l’educazione alla parità di genere in tutti gli Istituti. Infine il decreto Fedeli, che è in esame al Senato e che vuole introdurre l’educazione al genere obbligatoria in tutte le scuole.

Chi scenderà in piazza a Roma il 20 giugno?

Questa è un'iniziativa che parte dal basso, dalla società civile, dalle famiglie, dai genitori. Insomma, da tutti quelli che si sono resi conto come e quanto la famiglia ed i bambini, i più deboli ed indifesi, siano in grave pericolo.

Perché avete scelto questa data, e perché avete scelto di organizzare questa manifestazione proprio adesso?

Perché è adesso che si vogliono far passare la Cirinnà e la “Buona Scuola” con il suddetto emendamento.

Può farci il nome di qualche organizzazione politica o religiosa che ha dato il sostegno all'iniziativa?

Nessuna, è letteralmente un’iniziativa popolare, totalmente trasversale, di famiglie di diversi credi politici, sociali e religiosi. Si tratta letteralmente del popolo del buonsenso e della ragione.

Qual è il vostro obiettivo politico?

Bloccare le due suddette iniziative legislative, per difendere il diritto dei bambini ad avere un padre ed una madre.

Pensa che siamo davvero vicini ad una legge che permetta il matrimonio e le adozioni tra persone omosessuali anche in Italia?

Assolutamente sì. Basta osservare la propaganda dei media e della Tv negli ultimi due anni, che va tutta in questa direzione. Per questo è meglio prevenire che curare.

Aggiungo che noi non abbiamo nulla contro i gay ma crediamo fermamente che ogni bambino abbia diritto ad avere un padre ed una madre, la cui complementarietà garantisce la sua sana crescita, nell’interesse suo, dei genitori e del bene comune della società umana.

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