Quattromila persone e un'infinita tristezza per i funerali delle trentotto vittime del pullman precipitato giù da un viadotto domenica sera in Irpinia. L'ultimo saluto ha luogo al Palasport di Monteruscello. Alle esequie prendono parte il presidente del Consiglio Enrico Letta, il ministro per le Politiche agricole Nunzia De Girolamo e il ministro per l’Ambiente, Andrea Orlando. Il vescovo di Pozzuoli, monsignor Gennaro Pascarello, lancia un appello per una solidarietà concreta, tangibile e soprattutto non di un solo giorno nei confronti di feriti e familiari delle vittime: "Non ci sono parole e spenderne troppe - ha detto prima dell’inizio del funerale - non sarebbe utile. Siamo davanti a una immagine tragedia. Bisogna pregare e stare molto vicini a tutte le persone colpite non solo con le parole ma con gesti concreti. E stare loro vicini a lungo, sempre, Nel giorno dei funerali delle vittime dell'incidente il governo ha proclamato il lutto nazionale.
"A tutti noi spetta essere solidali", ha detto il vescovo durante l'omelia. "La prima solidarietà è il rispetto delle regole. Questo tempo di sofferenza sia tempo di condivisione. Non lasciamo soli questi nostri fratelli, soprattutto quelli che si sono ritrovati senza più sostegni anche economici. Ai magistrati spetterà fare chiarezza sugli incidenti". Il vescovo ha quindi sottolineato il telegramma di solidarietà fatto arrivare da Papa Francesco e l’abbraccio da parte di tutta l’Italia rappresentata qui dal presidente del Consiglio. Adesso, ha concluso Pascarella, bisogna fare in modo che il "dolore non ci chiuda ma possa diventare trampolino di lancio per ralizzare una convivenza più bella e solidale" e "ci spinga ad
essere tutti più responsabili".
"Anche questa volta ce la faremo", ha detto il sindaco di Pozzuoli, Vincenzo Figliolia, al termine dei funerali. "Noi non vi abbandoneremo, noi ci saremo". Malore per un parente di una delle vittime: quasi al termine della cerimonia è svenuto accanto a una bara.
L'indagine sull'incidente
Per la tragedia sono attesi i primi avvisi di garanzia, anche prima di procedere all’autopsia sul corpo dell’autista del bus. Il fascicolo aperto dalla Procura di Avellino sul terribile salto nel vuoto dopo un chilometro di corsa disperata non è più contro ignoti: i pm hanno individuato i nomi da iscrivere nel registro degli indagati. Il pullman finito giù dal viadotto sulla A16 Napoli-Canosa andava a forte velocità e avrebbe avuto la porta anteriore aperta o mancante, forse a causa di un precedente contatto con il margine destro dell’autostrada. Il mezzo potrebbe aver tentato di rallentare senza riuscirci. Secondo quanto emerso dalle varie ricognizioni parti del sistema di trasmissione del pullman erano a
terra, oltre un km prima dell’incidente. Ciò indica l’alta probabilità che il pullman fosse già danneggiato, mentre percorreva un tratto in forte discesa. Ci sono inoltre abrasioni sulla barriera laterale a tratti tra 600 e 800 metri prima. E ancora ci sono abrasioni anche sul muro di margine destro e le barriere metalliche di margine destro risultano spostate, così come il New Jersey in calcestruzzo di inizio viadotto.
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