I carabinieri la chiamano la banda delle maschere. Il loro modo di operare era sempre lo stesso, collaudato e ispirato in qualche modo alla serie di Gomorra. Oltre a vestire una maschera di silicone, si portavano armi, giubbotti antiproiettile, abiti per camuffarsi e motocicli rubati su cui fuggire. Una trio di malviventi, finalmente arrestati dalle forze dell'ordine e che ora stanno affrontando il processo.
Sono accusati a vario titolo di tentato omicidio, sequestro di persona, rapina, furto e ricettazione. Per la precisione avrebbero messo a segno 25 rapine: si chiamano Jari e Davide Graziano, fratelli che insieme al complice Claudio Viotti non avevano paura di sparare anche contro le forze dell'ordine.
Come nel novembre del 2015, quando pur di divincolarsi dal rischio di finire ammanettati hanno esploso diversi colpi di pistola contro un carabiniere. Gambizzandolo. Nelle intercettazioni ascoltate oggi in aula, si sentono i malviventi discutere tranquillamente delle loro malefatte. "Sei botti gli ho tirato", dice uno dei fratelli riferendosi al militare ferito.
Il giorno dell'arresto, all'interno di un garage acquistato per renderlo il loro covo, i carabinieri hanno trovato 200 mila euro, 900 grammi di cocaina e 800 grammi di marijuana, due pistole e un fucile
calibro 12 con canne mozze. Non solo. I soldi ricavati dalle rapine venivano di solito spesi al casinò di Campione, dove i tre banditi andavano spesso a tentare la fortuna e "ripulire" i proventi dei furti a mano armata.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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