Da metà marzo, nella Terapia intensiva dell'ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo, i medici hanno iniziato a ricevere pazienti molto giovani, positivi al Sars-CoV-2, che hanno sviluppato la malattia in una forma grave. A renderlo noto, parlando al Corriere della Sera, è il primario del dipartimento di Emergenza, urgenza e area critica, Luca Lorini.
"Effettivamente c’è una popolazione di pazienti estremamente giovane- ha spiegato- parlo di trentenni e trentacinquenni, che sviluppa la malattia in una forma molto grave. Abbiamo iniziato a riceverli più o meno dalla metà di marzo". Il motivo di questo cambio di rotta, rispetto all'età media dei pazienti è ancora senza una spiegazione e Lorini mette in guardia da chi sostiene il contrario: "Se qualcuno afferma di sapere il perché, oggi, dice una bugia. Per ora possiamo solo fare ipotesi".
La prima possibilità, spiega il primario "è che grazie alla loro giovane età questi pazienti abbiano resistito più a lungo e che poi siano arrivati in ospedale ormai molto compromessi". La seconda, invece, ritenuta la più probabile, "è che in alcuni giovani il virus scateni una reazione iperimmune, una reazione spropositata che è peggio del virus, un po’ come avviene in chi rigetta il trapianto". Questa seconda ipotesi è sostenuta da alcuni dati: "Per esempio il fatto che, rispetto agli anziani, i giovani visti finora non hanno altri organi intaccati. Solo il polmone è malato e peggiora in maniera spropositata". Un'altra possibilità, tra quelle messe sul tavolo, "è che ci siano varianti del virus, qualche ceppo diverso". Ma Lorini ribadisce: "Sono solo ipotesi, ma ci arriveremo e questo ci aiuterà a dire quale è la terapia migliore".
Adesso, l'età media dei pazienti ricoverati in Terapia intensiva al Papa Giovanni XXIII di Bergamo si è abbassata. Secondo quanto riporta il Corriere della Sera, è di 58 anni e di 62 quella a livello regionale. E tra le vittime, se ne contano 37 di età inferiore ai 50 anni. La più giovane era una ragazza di 31 anni, originaria del Senegal. L'ambulanza l'aveva portata al pronto soccorso la notte del 21 marzo scorso. Poco dopo era deceduta, risultando positiva al coronavirus. Era incinta e già madre di un bimbo di un anno e mezzo. "Da una settimana aveva febbre e tosse- ha raccontato il fratello- ma niente di così grave. L’ultima volta che ci siamo parlati, il venerdì sera, l’avevo sentita bene.
Poi, nella notte, è peggiorata all’improvviso, aveva dolori e ha perso i sensi. I medici dell’ambulanza hanno cercato di rianimarla e l’hanno portata in ospedale, ma dopo un paio d’ore ci hanno chiamato per comunicarci che non ce l’aveva fatta".
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